San Lazzaro di Savena, 9 dicembre 2022 – Ogni anno un Direttore di campo diverso: è questa una delle tradizioni non scritte legate al Master d’Italia Indoor del G.e.s.e., che così regala ogni volta una visione sempre diversa dei propri percorsi ai binomi che vorranno mettersi alla prova.
Quest’anno ‘i salti’ saranno firmati da Mario Breccia, supportato dal mitico Fulvio Santi che al Gese è di casa e con il contributo di Ubaldo Carpenti.
Prima domanda direttissima: chi è Mario Breccia?
“Sono nato a Tarquinia, in provincia di Viterbo, il 27 settembre 1964. Sono Course Designer di 3° livello Fei e svolgo l’ attività di direttore di campo da quasi venti anni. Figlio di allevatore di cavalli da concorso ippico, ho iniziato a montare all’età di 8 anni e ho svolto la mia attività di cavaliere in ambito nazionale ed internazionale. Sono istruttore di 3° livello Fise. Oggi svolgo la mia attività da direttore di campo in parecchi concorsi Nazionali ed Internazionali. E sono molto grado al Comitato organizzatore del Master d’Italia Indoor per avermi dato per la seconda volta la possibilità di costruire i percorsi in una delle manifestazioni più importanti d’Italia, il Memorial Della Chiesa“.
Conosce quindi bene l’Indoor del G.e.s.e.: come gestirà le sue peculiarità?
“Sì, ho lavorato parecchie volte in questo impianto. Ė una manifestazione molto sentita dai cavalieri e quest’anno saranno presenti binomi di grande livello. Pertanto il mio obiettivo è costruire percorsi di spessore tecnico adeguato al livello della manifestazione, ma sempre e comunque nel rispetto del cavallo e dello sport“.
Quali armi ha a disposizione un direttore di campo per rendere interessanti i suoi percorsi in una manifestazione di questo livello?
“Sicuramente creare dei percorsi dove i cavalli e i cavalieri possano esprimere al meglio le loro abilità creando spettacolo e interesse per il pubblico. E usare il parco ostacoli messo a disposizione per creare un effetto scenografico adeguato, altezze e costruzione degli ostacoli tali da poter garantire comunque ai binomi migliori i migliori risultati“.
A proposito di parco ostacoli: abbiamo visto che ha condiviso sui suoi social l’ostacolo disegnato da Andrea Baleri a Verona. Come hanno reagito i cavalli di fronte a qualcosa di così diverso dal solito?
“Devo dire che è stato uno dei più belli nel percorso del Gran Premio. Realizzato generosamente da C.A.P.E. di Pini, ha creato molto interesse da parte dei cavalieri e del pubblico, proprio perché diverso dal solito. Ma sicuramente anche per lo spessore di quello che rappresentava: e devo dire che i cavalli lo hanno saltato senza troppi problemi“.
Se dovesse far realizzare un ostacolo del tutto esclusivo per il Memorial Dalla Chiesa come lo vorrebbe?
“Bella domanda. Il mio cuore è diviso in due, pensando alla risposta. Pertanto costruirei due ostacoli: uno in memoria del sacrificio del generale Dalla Chiesa, e uno in ricordo di una persona che ha dato tanto al nostro sport, il signor Alessandro Zanini“.
E come sarebbero questi ostacoli? Tipo, forma, decorazione…si scateni con la fantasia, in campo c’è ancora spazio!
“Per me è difficile dare forma alle emozioni che provo nei confronti di queste persone. Perché di primo istinto vorrei un salto che nel guardarlo sia d’impatto e scateni grandi emozioni: ma so che questo non sarebbe corretto nei confronti dei cavalli che lo dovrebbero saltare. Penso che l’ostacolo di Andrea Baleri sia stato veramente il giusto compromesso tra messaggio civile e sport: perché devo confessare che nel costruirlo ha fatto scaturire in me emozione e rispetto, ma per i cavalli poi non è stato difficile saltarlo. Quindi anche se non riesco a immaginare questi due ostacoli, so che sicuramente mi affiderei al consiglio di chi ha realizzato quello di Baleri al Jumping Verona“.
Signor Breccia, se gli ostacoli potessero parlare cosa racconterebbero?
“Racconterebbero tante storie fatte di fatica, sudore, passione, vittorie“.
E ci piace molto che Mario Breccia immagini ostacoli che pensano dopo la fatica, il sudore e la passione arrivino sempre le vittorie: anche senza coppe e coccarde magari, ma vittorie.
L’ostacolo di Andrea Baleri al Jumping Verona
Tanti colori. La sagoma di Andrea e di un cavallo speciale appena accennati in mezzo a una pioggia di luci diverse, che i colori alla fne non sono altro che luci di diversa frequenza su tavole bianche, due pilieri parlanti a sorreggerle.
Il piliere di destra è quello che ha vinto nel 2021 il Premio Pittura della mostra Art&Cavallo di Fieracavalli, consegnato dal critico d’arte Vittorio Sgarbi.
Quello di sinistra invece riporta le foto della performance fatta quest’estate al Laboratorio Equestre Campo Verde, insieme al cavallo Dino – Top Farms Vivaro (detto Dino da ‘dinosauro’, essendo grande e grosso) un KWPN Olandese nato nel 2002 e acquistato dal titolare del centro, Alessandro Fassi, quando è stato ritirato dalle competizioni.
Le foto nel piliere sono di Corinne Caleca, giovane fotografa appassionata di equitazione.
Andrea Baleri
Andrea è l’artista della famiglia Baleri, nota a chi ci legge grazie a Maria, consulente equestre di Verona Fiere. Andrea Baleri 42 anni: è nato prematuro, e un travaso di sangue all’età di due mesi gli ha causato una tetraparesi spastica con emiparesi a sinistra. Ma ha avuto un iter scolastico normale, e frequentato regolarmente dall’asilo fino al liceo artistico. Dove per gli ultimi due anni ha partecipato a un progetto sperimentale promosso dalla provincia di Bergamo in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Carrara. I cavalli non sono la passione principale di Andrea, ma Maria lo coinvolge sempre negli eventi collaterali a quelli equestri che riguardano l’arte: e con ottimi risultati, come ci ha spiegato bene Mario Breccia.