Modena, 22 febbraio 2024 – Un appello che arriva dalla Bassa modenese, lanciato dal proprietario di quelli che sono protagonisti loro malgrado della vicenda.
Sono i 57 asinelli che stanno per andare all’asta a Forcello di San Possidonio, in provincia di Modena: è fallita la società proprietaria dell’azienda dove erano ospitati come animali da compagnia.
Peccato che li abbiano messi all’asta in blocco, tutti insieme come un cespite qualunque, seguendo una modalità che può funzionare per gli attrezzi agricoli o i mobili di ufficio ma non certo per animali ai quali si vuole permettere un futuro.
E’ Oipa a lanciare l’allarme: “Cinquantasette esemplari sono finiti all’asta a seguito della dichiarazione di fallimento della società proprietaria da parte del Tribunale di Modena. Solo otto non sono macellabili, quindi 49 di rischiano di finire male. Esseri senzienti trattati come merce, come oggetti, finiti in un portale d’aste insieme a biciclette, auto, mobili”.
L’allevamento fino al momento del fallimento era dell’imprenditore Daniele Campagnoli, la cui società Daniele Quattro gestiva un supermercato fortemente danneggiato dal sisma del 2012 e che dal 27 ottobre scorso è sotto tutela del Tribunale.
Campagnoli è affezionato agli animali, colpisce che in un momento difficile come è sicuramente per lui questo sia preoccupato più per i suoi asini che per il reto: “Gli asini sono con me dall’82 . Li tenevo per calmare i cavalli da corsa, una mia passione. All’inizio sono partito con un’asina. Poi sono diventati due, ora sono 57. Non ho mai pensato di macellarli, li considero ormai animali da compagnia, non da carne, anche se accudirli richiede certamente molto impegno”.
L’allevamento abbia sempre superato i controlli sanitari e nelle ispezioni, non siano mai emersi sospetti di malnutrizione o altro, tanto che lo stesso Tribunale – dopo la decisione di vendita – ha nominato come loro curatore lo stesso Campagnoli. Tranne qualche protesta dei vicini, infastiditi dal raglio degli animali, non si registra nessun tipo di denuncia.
“Quando immagino che qualcuno li possa condurre al macello – sottolinea Campagnoli – impazzisco perché li ho allevati, cresciuti come si fa col proprio cane o gatto. Gli voglio bene. Qualcuno può pensare anche che abbia problemi psicologici, perché voglio bene a degli asini. Confermo che mi sono affezionato a loro”.
Gli asini sono stati valutati 250 euro a esemplare ma la vendita è riferita all’intero lotto, e non al singolo capo.
Pertanto il prezzo base d’asta supera i 14mila euro, con un rilancio minimo di 500.
“L’asta di animali è una procedura amministrativa non etica, in cui gli animali sono considerati meri oggetti. La scelta è quantomeno discutibile”, commenta il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto.
“Da qualche giorno – aggiunge Giusy Lanzano di Oipa Modena – riceviamo telefonate di persone che chiedono come salvare gli asini. Stiamo valutando come procedere”.
L’asta è fissata in modalità telematica asincrona per il 5 marzo 2024, dalle 10 alle 16.30.
C’è tempo fino ad allora per salvare gli animali da una fine incerta.
Alla gara parteciperà anche il loro allevatore.
“Farò tutto il possibile – promette Campagnoli – tramite amici e con chiunque potrà dare una mano per ricomprarli. Vorrei continuare a mantenerli. L’ho fatto per 40 anni e non mi pesa continuare a stare vicino a loro”.
E non stupitevi se Campagnoli da un’asina è arrivato a tenere con sé altri 56 amici con le orecchi elunghe: perchè gli asini creano dipendenza, e con la loro intelligenza, sensibilità e curiosità riempiono spazi che non sappiamo nemmeno di avere, prima di conoscere loro.
Fonte della notizia: Il Resto del Carlino edizione di Modena