Vicenza, 2 luglio 2021 – Non finiremo mai di stupirci per le piccole, uniche realtà che scopriamo grazie a quel fil rouge inestinguibile che sono i cavalli.
Nello specifico i Caitpr, che i rappresentanti della razza Cavallo Agricolo Italiano a tiro pesante rapido sono capaci di selezionare intorno a sé qualcosa che è sempre speciale.
Sarà che sono gli ultimi giganti gentili del nostro panorama ippologico, sarà che hanno nel Dna la vocazione al lavoro: ma quando ci sono loro il mondo sembra sempre un po’ migliore.
Come succede a casa di Giacomo Visentin, 26 anni, che assieme al suo lavoro normale porta avanti l’azienda agricola che era dei suoi prozii.
E d’estate ospita un centro estivo per i ragazzi della zona: ma più che un centro estivo, Giacomo scherzando dice che potrebbe essere chiamato ‘campo di lavoro’…
“Sì, perché noi i bambini anche se per gioco li facciamo lavorare, nel senso che partecipano alle attività più semplici dell’azienda. Certo, non è un vero lavoro, semplicemente “giocano a fare”. Sappiamo tutti che uno dei problemi dei più giovani al giorno d’oggi è la mancanza di manualità, costretti come sono a una vita sempre più virtuale e dipendente da pc. Tablet e computer” ci spiega Giacomo con il suo modo scanzonato di fare, “quindi per loro è davvero una necessità fare qualcosa di pratico, sporcarsi, usare le mani e la testa per risolvere piccoli problemi pratici”.
La vostra ricetta?
“La mattina partecipano, anche se in modo ludico e leggero, alle attività dell’azienda agricola: danno da mangiare agli animali, il latte ai vitelli, puliscono box, mettono la paglia, riempiono i beverini degli animali da cortile. Perché magari a scuola sono bravissimi, poi arrivano qui e non sanno cos’è una forca, tanto meno usarla. Poi come fosse un premio, al pomeriggio, tra le altre attività di gioco, un paio di
volte la settimana fanno un po’ di passo sui nostri Caitpr Nanà e Orient. Nanà è una fattrice dolcissima, Orient lo stallone ha un carattere fenomenale: i bambini possono accarezzarli, strigliarli, coccolarli e portarli a passeggio a mano. Abbiamo scelto di non fare equitazione, qui il nostro scopo è un altro: fare in modo che i ragazzi prendano confidenza con gli animali e acquisiscano abilità pratiche. E si divertono moltissimo: montare in groppa a pelo a un ciccione così gentile e coccoloso è una impresa che ricorderanno a lungo. A volte poi attacco Orient alla vagonette e ci facciamo un giro per Marostica”.
Come ha cominciato con i cavalli, Giacomo?
“Da ragazzo montavo, avevo la passione per i cavalli e il dressage: ho fatto qualche gara, ho il brevetto da istruttore. Ma poi mi sono reso conto che non poteva diventare il mio lavoro e ho smesso, aprendo una pensione per cavalli anziani all’interno dell’azienda agricola”.
Perché ha scelto i Caitpr?
“Perché sono buoni e hanno tanta testa, senza testa non vai da nessuna parte. Mi piacciono i cavalli che puoi usare senza pretese, e quando li prendi dal paddock sono già pronti al lavoro. Quelli di buona indole, che puoi farti una passeggiata e basta: loro se vogliamo fare un esempio di carattere sono come dei Labrador. Hanno un rapporto giocoso con l’uomo, sono tranquilli, gentili, non hanno paura di niente. Per nulla nevrili, calmi coi bambini e facili da addestrare. In più forti, muscolosi e grossi: proprio come piacciono a me”.
Altri punti forti di questi Caitpr?
“Sono ottimi anche per le attività ludiche, coi disabili o con persone di corporatura robusta che avrebbero difficoltà con i cavalli normali. Me li hanno già chiesti per il volteggio, avere un cavallo grande e largo con tanto spazio per fare i movimenti è un vantaggio in questa disciplina. Poi sono ‘petosi’, appiccicosi nel nostro dialetto: la puledrina di Nanà la potevi prendere in braccio, adesso è già troppo pesante per farlo ma stava tranquilla come un bimbo”.
Ma come le è venuto in mente di aprire anche un centro estivo?
“Prima di tutto sono una entrata in più che ci aiuta a mantenere tutti gli animali: oltre ai cavalli, nostri e a pensione abbiamo anche api, conigli, vacche, maiali, galline, anatre, oche. E poi perché sono ancora un po’ come un bambino: mi metto con i ragazzi a giocare a nascondino, quando posso. Lavoro in un bar alla sera e di giorno in fattoria, il lavoro serio ce l’ho già. Così mi diverto anche io, che ho il mio circo a casa: e mi piace condividerlo”.