Bologna, giovedì 29 febbraio 2024 – Nelson Pessoa non sapeva più cosa fare per convincere suo figlio, Nelson junior, a montare a cavallo. Quando era il momento di andare in maneggio il piccolo Nelson scappava di corsa e si nascondeva dietro i cespugli del giardino di casa, la grande casa di Rio de Janeiro.
«Neco, Neco… !», urlava suo padre… Ma niente da fare: Neco se ne restava immobile acquattato tra le foglie trattenendo il respiro e sperando di non essere scoperto.
Nelson Pessoa, nato nel 1905, da adulto agente immobiliare di successo oltre che uomo molto amante dello sport, all’età di 35 anni si appassiona all’equitazione grazie alla conoscenza di alcuni ufficiali della scuola militare che sorgeva proprio a fianco di una sua proprietà, poco fuori Rio. Fino a quel momento non aveva mai avuto niente a che fare con i cavalli, come del resto anche sua moglie Antonietta.
Nelson e Antonietta mettono al mondo quattro figli: prima due femmine e poi due maschi. Antonietta è di origine italiana: sua madre di cognome faceva Mollica, era originaria della Campania, emigrata in Brasile con la famiglia agli inizi del secolo; lì aveva conosciuto il suo futuro marito e quindi era nata Antonietta.
Nelson junior, chiamato Neco da una delle due sorelle che da piccola non riusciva a pronunciare bene il suo nome per esteso (e Nelson jr. sarà Neco per tutti e per sempre), nasce il 16 dicembre del 1935. Crescendo si dimostra un bambino abbastanza timido e schivo: suo padre pensa che farlo montare a cavallo possa essere una buona idea per renderlo più aperto e intraprendente. Così due anni dopo aver scoperto la sua passione per l’equitazione, Nelson sr. decide di mettere in sella anche il piccolo Neco: siamo nel 1942, l’uomo destinato a diventare uno dei più grandi miti del salto ostacoli mondiale in quel momento ha sette anni e una fifa tremenda.
Paura nel vero senso della parola: Neco si sente schiacciato dall’imponente statura dei cavalli sui quali viene issato controvoglia, lo terrorizza la sensazione di impotenza nel controllare i loro movimenti. Tuttavia fa ciò che suo padre gli dice di fare, salvo nascondersi in giardino quando è l’ora di recarsi al maneggio. Questa sensazione di paura lo accompagnerà per alcuni anni, fino al compimento dei dodici.
All’alba dei dodici anni in Neco succede qualcosa: la paura improvvisamente sparisce. Grazie a una maggiore disinvoltura, a una maggiore prestanza fisica, a una maggiore consapevolezza… chissà. Sta di fatto che improvvisamente in sella Neco si sente del tutto a suo agio. Ma non solo: si dimostra anche bravo. Talmente bravo che nel giro di pochissimo tempo brucia le tappe di una crescita tecnica e agonistica davvero impressionante. Con i cavalli acquistati dal padre Nelson, ora residenti al Club Hipico di Rio de Janeiro, Neco comincia ad andare in concorso ippico e a vincere. Lo farà per tutta la sua vita senza smettere mai.
Nelson sr. si appassiona intensamente alla carriera agonistica del figlio: lo segue, lo sostiene, acquista cavalli che abbiano le caratteristiche giuste per lui. Nelson Pessoa junior diventa ben presto un fenomeno di cui parlare: desta un grande scalpore il fatto che un ragazzino, per di più civile in un momento in cui i concorsi sono frequentati prevalentemente da militari, riesca a lasciarsi alle spalle cavalieri ben più maturi e affermati di lui.
Nel 1953 Neco, diciottenne, arriva alla prima squadra brasiliana: da quel momento il ritmo della sua vita di uomo e di atleta subisce un’accelerazione folgorante. Iniziano i viaggi, le trasferte, le grandi gare. E naturalmente l’Europa: dove l’equitazione si fa sul serio e dove Neco ha una gran voglia di misurarsi.
Il 1956 è l’anno che segna l’ingresso da protagonista di Neco Pessoa tra i grandi del salto ostacoli: insieme agli ufficiali Ferreira e Menezes vince in sella a Relincho la Coppa delle Nazioni più importante del mondo, quella dello Csio di Aquisgrana, battendo la squadra di casa, la Germania… ! Germania battuta in casa dal Brasile, da una squadra extraeuropea composta da soli tre cavalieri, uno dei quali poco più che maggiorenne e per giunta decisivo per la vittoria… Una storia che ha del sensazionale!
In quella stessa occasione Neco partecipa al primo dei suoi dieci Campionati del Mondo (competizione che si svolge contestualmente allo Csio sul terreno di Aquisgrana): si classifica al settimo posto, ancora con Relincho (vincerà Raimondo d’Inzeo su Merano). E sempre Relincho sarà il suo compagno di gara per le Olimpiadi, che in quel 1956 si disputano a Stoccolma e che vedranno il trionfo del tedesco Hans Günter Winkler (Halla) davanti a Raimondo (Merano) e Piero d’Inzeo (Uruguay).
Nel 1960 la svolta determinante. Arline Givaudan, una giovane amazzone elvetica, torna in Svizzera dal Brasile in compagnia del marito e dei suoi cavalli: propone a Neco di seguirla con tanto di scuderia per trasferirsi da lei, nella sua tenuta nei pressi di Ginevra. Neco ci pensa bene, non è facile dare una risposta: nel frattempo lui aveva terminato gli studi e aveva cominciato a lavorare con il padre lasciando perdere l’Università, gli affari andavano bene, l’Europa era molto lontana dal Brasile, poi c’era Regina, la sua fidanzata, che ai cavalli era completamente estranea…
Certo, l’idea di andare a montare nel Vecchio Continente… Neco provava una sconfinata ammirazione per i mostri sacri di allora, Thiedemann, Winkler, i fratelli d’Inzeo, e il suo sogno era sempre stato quello di poter essere lì, con loro, concorso dopo concorso, in quei luoghi di gara i cui nomi gli facevano venire i brividi, Roma, Londra, Aquisgrana, Madrid, Nizza, Rotterdam, Bruxelles… L’Europa era il suo sogno e adesso l’occasione c’era: non poteva lasciarsela sfuggire.
Nell’aiutare Neco a decidere per il sì risultano determinanti il padre Nelson e la fidanzata Regina: l’uno dimostrando un grande entusiasmo all’idea che il figlio possa realizzare il suo sogno, l’altra dandogli la certezza che gli sarebbe rimasta vicina comunque.
Neco e Regina si sposano alla fine del 1960, proprio alla vigilia del viaggio verso l’Europa. Nel gennaio del ’61 i due sposini sbarcano nel porto di Genova, dopo una crociera che è stata il loro viaggio di nozze.
Nella stiva della nave che li ha accompagnati oltre l’oceano c’è un cavallo grigio, regalo di un ufficiale di cavalleria brasiliano per Neco: si chiama Gran Geste. Diventerà mito insieme al suo cavaliere.