Roma, 24 marzo 2019 – Se continuiamo così, il 2019 seguirà le orme del 2017 che per l’agricoltura del nord Italia è stato uno dei peggiori degli ultimi cento anni: – 50% di precipitazioni nell’ultimo inverno, si teme il ripetersi della situazione di due anni fa che aveva causato 2 miliardi di Euro di danni all’agricoltura, #climatestrike e #climachange non sono soltanto due hashtag che vanno per la maggiore ma un problema che non possiamo più fare finta di non vedere.
A soffrirne in modo particolare i seminativi ma anche vigne, frutta, ortaggi e fieno: quindi noi “cavallari” siamo o saremo doppiamente coinvolti nel problema, se non altro perché (sensibilità ambientale a parte) faremo anche più fatica a trovare il foraggio e lo pagheremo di più, come del resto le biade.
Fa sapere la Coldiretti: “La pioggia è dunque attesa come manna dagli agricoltori soprattutto al nord dove in molte zone non piove in modo significativo da mesi ma per essere di sollievo la pioggia deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, mentre i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente provocano danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento con gravi rischi per l’erosione del suolo. (…) L’Italia è costretta ad affrontare una grave emergenza perché è mancata la programmazione in un Paese che è ricco della risorsa acqua ma che per le carenze infrastrutturali ne trattiene solo l’11%. Di fronte alla tropicalizzazione del clima serve organizzarsi per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi e per poi distribuirla in quelli piu’ siccitosi”.
E da voi, scarsità di pioggia a parte, quali anomalie legate al clima avete notato vivendo nella natura, a contatto con i vostri cavalli?