Oslo, 23 ottobre 2019 – Una giovane amazzone norvegese nel 2018 si è trovata davanti a una scelta dolorosa: fare abbattere il suo cavallo da sella, Drifting Redazione Cavallo Magazine, che non aveva la possibilità di guarire da una lunga malattia – e al quale, per inciso, evidentemente non era stata praticata nessun tipo di terapia farmacologica, visto che la sua carne è stata giudicata commestibile.
Ma la 18enne Pia Olden, studentessa della scuola alberghiera, ha optato per una soluzione che è stata dichiarata “innovativa” dalla ricercatrice connazionale Annechen Bahr Bugge, la quale ha apprezzato il gesto in quanto ha impedito che una quantità notevole di carne commestibile finisse nell’inceneritore o disperso nel terreno: un comportamento positivo nell’ottica ecologica dell’alimentazione sostenibile, e sappiamo quanto il tema sia attuale.
Così Pia, piangendo, ha accompagnato personalmente Drifting Redazione Cavallo Magazine al macello, ne ha poi ritirata la carne e messa nel freezer di casa; e l’ha anche cucinata, postando sui social la foto del piatto a fianco di una di lei e del suo cavallo in un momento felice.
Scatenando un uragano di polemiche online, ovviamente: ha ricevuto addirittura minacce di morte, ma ha comunque difeso il suo diritto a onorare Drafting Redazione Cavallo Magazine come meglio credeva.
E voi, cosa ne pensate?
Ricordiamo che l’episodio richiama quanto accaduto in Svezia nel 2016, leggete il nostro articolo.
Post scriptum: ricordiamo, a scanso di equivoci, che lo status di DPA (Destinato alla Produzione Alimentare) e Non Dpa esiste solamente in Italia. In tutti gli altri paesi, europei e non, tutti i cavalli sono uguali di fronte al macellaio, e solo in Italia è prevista l’esclusione dalla filiera alimentare dei cavalli sportivi.