Che ci fa un cavaliere in abiti settecenteschi, di notte, al galoppo davanti a una folla straripante che – telefonini alla mano – immortala il suo passaggio?
Ma è ovvio: rievoca la Cavalcata di Mezzanotte di Paul Revere a Lexington, nel Massachussets.
Paul Revere, argentiere di professione ma patriota per vocazione nella notte del 18 aprile 1775 montò a cavallo e mise in guardia la milizia coloniale e i Figli della Libertà dall’avvicinarsi dell’esercito britannico.
Con lui c’erano anche William Dawes e Samuel Prescott: insieme percorsero Boston e dintorni, avvertendo i concittadini della marcia degli inglesi verso Lexington e Concord.
Nel 250° anniversario dell’evento, uno di quelli che sono diventati il simbilo dell’indipendenza americana dagli inglesi, la rievocazione è stata particolarmente sentita.
E chissà che non abbia assunto, visti i tempi politici in corso, anche un aspetto più moderno.
Da Wikipedia inglese: “Il trio fu intercettato da una pattuglia dell’esercito britannico a Lincoln . Prescott e Dawes fuggirono, ma Revere fu riportato a Lexington dalla pattuglia e liberato dopo essere stato interrogato. Dando ai Minutemen un preavviso delle azioni dell’esercito britannico, la cavalcata ebbe un ruolo cruciale nella vittoria dei Patriot nelle successive battaglie di Lexington e Concord. La cavalcata è stata commemorata in una serie di rappresentazioni culturali, in particolare nella poesia del 1861 di Henry Wadsworth Longfellow , ” La cavalcata di Paul Revere “, che ha plasmato la memoria popolare dell’evento: nonostante le sue inesattezze fattuali“.
Qui una storia un po’ dimenticata, a stelle e strisce.