Bologna, 16 gennaio 2023 – Dopo la posizione presa dalla Costa d’Avorio, i ministri di diversi Paesi africani, tra cui il Ciad, il Senegal e la Tanzania, hanno firmato una dichiarazione storica che esorta la Commissione dell’Unione Africana a introdurre un divieto continentale sul commercio di pelli d’asino per almeno i prossimi 15 anni.
La dichiarazione di Dar es Salaam ha raccolto le firme dei Paesi sostenitori in occasione la Conferenza panafricana sulla pelle d’asino. Che si è tenuta in Tanzania. Organizzata dall’Ufficio interafricano per le risorse animali (AU-IBAR) dell’Unione Africana, in collaborazione con organizzazioni come The Brooke, i ministri dei governi si sono riuniti per dibattere sull’impatto devastante del commercio di pelli d’asino sugli animali e sulle comunità in tutta l’Africa.
Nella risoluzione, i firmatari sottolineano l’allarmante declino della popolazione di asini africani. E chiedono maggiori investimenti nella ricerca, nelle politiche e nella legislazione per proteggere la specie da ulteriori danni.
Il dottor Raphael Kinoti, direttore regionale di The Brooke East Africa, ha così spiegato. «Questo è un momento importante per gli asini e le comunità africane. Per molti anni, The Brooke ha lavorato per elevare lo status degli equidi da lavoro in tutto il continente. Questa dichiarazione è un passo fondamentale nella giusta direzione. Gli asini sono fondamentali per il sostentamento di milioni di persone; dobbiamo proteggerli».
Nell’ultimo decennio, centinaia di migliaia di asini sono stati macellati. Questo per le loro pelli a causa dell’aumento della popolarità dell’ejiao, una medicina tradizionale cinese ricavata dalla bollitura delle pelli d’asino.
Il commercio di pelli ha un impatto significativo sia sul benessere degli animali sia sul sostentamento dei proprietari di asini. The Brooke ha dichiarato che continuerà a dare voce agli asini e a spingere per la loro inclusione nelle politiche governative.