Milano, 24 aprile 2020 – Teo era un Criollo argentino grigio, massiccio come una roccia e docile come nessun altro.
Per questa sua calma serafica e bontà, era il cavallo più amato dai bambini che frequentano la scuola di equitazione del Centro Ippico La Rocca di Cambiago, Milano, un club nel quale si praticano tutte le discipline degli sport equestri.
Teo era il “numero uno” di questo club, amato da ragazzine e ragazzini che con lui imparavano prima il volteggio, poi l’equitazione in sella, fino al momento di passare al pony e al cavallo di taglia.
Tre generazioni di amazzoni e cavalieri hanno volteggiato sulla schiena possente di Teo, e imparato facilmente a cavalcare grazie alle sue andature regolari, galoppo compreso, che lui sapeva cadenzare così bene da togliere la paura anche ai più timidi apprendisti.
Uno di quei cavalli che ti fanno sentire sicuro, al riparo da qualsiasi inconveniente.
Mai uno scarto, mai una sgroppata, mai un tentativo di prenderti la mano. Insomma un vero, amatissimo “professore”.
Da anni ragazzini e adulti del centro ippico erano abituati alla sua puntuale presenza, senza contare quanti anni avesse perché Teo non li dimostrava affatto.
Anzi: qualche tempo fa – e Teo era già molto anziano – a chi scrive capitò di montare in sella a questo grigio per realizzare un servizio fotografico.
Fu facile perché Teo era un professionista serio, disponibile e gigione.
Finché non lo portai in passeggiata: in quel momento, nel verde della campagna mi mostrò di che pasta è fatto un Criollo argentino, anche quando ha qualche annetto sul groppone: al momento di prendere il galoppo di cadenza cominciò a soffiare dalle narici, inarcò la schiena e l’incollatura, esprimendo una potenza inaspettata in un soggetto così “agé”.
Ma non si permise di tirare sul ferro: era come una molla pronta a scattare, in attesa del mio ordine: “Vado o non vado, dimmi tu…”, pareva chiedesse, e fu una escursione indimenticabile.
Come indimenticabile è lui, adesso che non c’è più: ci ha lasciati l’altro giorno e non eravamo preparati perché tutti lo credevamo immortale.
Hanno scritto in un toccante post le sorelle Villa, le tre istruttrici della scuola: «Ci mancherai come nessun altro, ci può rincuorare il fatto che ti sei goduto questa primavera a spasso nei paddock, e che ci ha lasciato nel modo migliore che si possa desiderare per un Gran Cavallo come te: improvvisamente e senza darci la pena di curarti per qualche malattia ».
Adesso Teo galoppa nel Paradiso dei cavalli, una sconfinata prateria dove gli ex cavalli-campioni delle discipline olimpiche brucano e corrono insieme ai soggetti da passeggiata o a quelli da carrozza, a quelli delle botticelle e a quelli da polo, ai Purosangue del galoppo e ai cavallini delle montagne.
Buone galoppate Teo, noi non ti scorderemo mai.