Bologna, 17 marzo 2022 – Ci abbiamo giocati tutti da piccoli, bambine comprese.
Perché i soldatini, specialmente quelli a cavallo ci sentiamo di dire, piacciono a tutti: anche agli adulti, che spesso e volentieri fanno di una passatempo apparentemente infantile un hobby ai limiti dell’arte.
Come l’inglese Paul Wells che qualche anno addietro ha realizzato anche una spettacolare mostra in Germania: un bel risultato, visto che proprio la Germania è considerata la patria di questi piccoli oggetti di artigianato.
Fu infatti il Consiglio di Norimberga che nel 1578 autorizzò la Gilda dei Peltrai a produrre figurine di stagno o piombo come giocattoli per bambini.
Gli orefici ne producevano anche preziosi esemplari in argento, destinati ai giovani rampolli più facoltosi.
Ma l’abitudine di giocare con piccole miniature di soldatini e cavalli è ben più antica.
Basti ricordare quelli rinvenuti nelle tombe egizie, o certi commoventi giocattoli di coccio di epoca romana rinvenuti durante gli scavi archeologici.
La ricostruzione di Wells comunque, realizzata in scala 1:15, rappresenta un attacco in perfetto assetto di viaggio e il convoglio di cui fa parte.
Il tutto fa sfoggio di sé nell’esibizione permanente ‘In lapide regis – Auf dem Stein des Koenigs’ di Koenigsstein, che racconta gli ultimi 800 anni di storia di questa fortezza, ora trasformata in museo.
Dulcis in fundo, grazie al nostro Umberto Martuscelli abbiamo scoperto che anche due dei più grandi cavalieri di tutti i tempi, Raimondo e Piero d’Inzeo, erano appassionati di modellismo.
Il più giovane dei celebri Fratelli d’Oro dell’equitazione, Raimondo, realizzò trenini fantastici che era assolutamente proibito toccare né, tantomeno, usare come giocattoli.
Piero addirittura aveva catalogato tutti gli elementi che componevano le sue ricostruzioni: numero dei binari, tipologia degli scambi, naturalmente carrozze e locomotori e tipo dei vagoni.
Un lato forse meno conosciuto di due grandissimi campioni che si divertivano anche con cose così piccole.