Bologna, 29 maggio 2020 – Mi ci ha fatto pensare un amico ieri parlando al telefono.
Ero un po’ affannata, stavo andando in scuderia per rifare la lettiera ad asini e cavalle e lui (che non fa parte degli amici, per così dire, equestri) pensava di dovermi consolare.
“Dai, ci sono anche i doveri: poi però ti puoi divertire con loro” ha detto con intento gentile: e come avrebbero fatto esattamente tanti altri di voi ho ovviamente risposto che non era un dovere, ma un piacere.
Perché avere la fortuna di poter tenere i cavalli a casa è un piacere, e se ne sono accorti tutti in questi tempi di Coronavirus.
Perché riempire e scaricare carriole di quello che, nel migliore e più elegante dei casi, gli altri definirebbero concime in fondo dopo ore passate al computer è rilassante.
Non pensi, fai soltanto quello che devi fare sapendo che farà stare bene i tuoi amici – ogni volta che lascio il box comune pulito, fresco e asciutto godo immaginandomi la sensazione di piacere che i due asini e le due cavalle proveranno rotolandocisi voluttuosamente.
E sapendo di fare stare bene esseri che ti sono cari tutto è un piacere e diventa leggero, anche i ballini di fieno da 25 kg.
Poi mi è venuto in mente che anche noi, forse, potremmo essere classificati come il dovere dei nostri cavalli.
Che avere la sensazione di non essere visti come un dovere, ma come qualcuno di piacevole con cui stare volentieri forse è l’unico obiettivo veramente lodevole e importante che possiamo raggiungere.
E il vostro cavallo come vi vede, come un dovere o come un piacere? raccontatecelo.