Roma, 17 settembre 2021 – E’ successo ieri sera a poco dopo le 19.30, durante lo spettacolo in occasione della seconda settimana di LGCT al Circo Massimo.
I primi ad entrare in campo sono loro, i Lancieri di Montebello.
Carosello, evoluzioni, la voce calda di Riccardo Di Giovanni che presenta e racconta, sul finale il galoppo dei cavalli sembra un rullo di tamburi e si slancia la carica.
Ma questa volta c’è qualcosa che non va: Teodora, una cavalla di 12 anni dell’Esercito Italiano, cade di schianto al suolo.
E’ morta immediatamente, ha toccato terra e non c’era più.
Un aneurisma probabilmente, l’autopsia di oggi chiarirà meglio le cause: Teodora aveva questa spada di Damocle appesa sul suo destino e non lo sapeva, non lo poteva sapere nessuno.
Sono stati portati i teli per proteggerla in quel momento così definitivo, anche se lei non era già più lì.
Possiamo solo immaginare il dolore del suo lanciere, una ragazza.
Che con Teodora ha passato le ore, i giorni, i mesi più belli, quelli che spendi facendo una cosa che ti appassiona e che forse sogni da tutta la vita – caricare con Montebello, vivere con i cavalli.
In tutto questo dolore qualcosa si è fermato: il cuore di Teodora, e anche lo spettacolo.
Sulla porta erano pronti ad entrare i ragazzi del Carosello di Villa Buon Respiro, tutti gli altri partecipanti allo spettacolo erano li vicino, i cavalli sellati in attesa dello show.
Sono entrati tutti sulla pista del Circo Massimo, uno dietro l’altro. Roberto Concezzi, Andrea Giovannini e Umberto Paradisi, Filippo Nassi, Gianluca Coppetta. La compagnia di danza Siyanda, Mario de Carolis, Loretta Minollini, i Rocon Show, i Cavalieri e Allevatori del cavallo Tolfetano di Cottanello e i Cavalieri di Maremma.
Al passo, in silenzio, senza luci né musica.
Per dedicare lo spettacolo che non ci sarebbe stato a Teodora, alla sua vita che non ci sarà più e a che ha vissuto.
Una vita con gli uomini quella di Teodora, e pensare che proprio questo sarebbe stato il cuore dello spettacolo che non abbiamo visto ieri.
Quella storia lunga ben più di 2.000 anni, dove uomini e cavalli hanno camminato insieme.
Uno di fianco all’altro, come sempre: perché nelle lunghe marce i buoni cavalieri lo sanno che bisogna smontare di sella, prendere il cavallo a mano e camminare di fianco a lui.
Perché il benessere dei nostri cavalli è la cosa più importante, perché senza di loro non saremmo arrivati da nessuna parte.
E l’unica cosa da fare era fermarsi, anche se erano mesi che ognuno di loro si preparava con tanto impegno a questo appuntamento.
Perché Teodora non c’era più e lo spettacolo che non c’è stato è dedicato a lei: perché senza i cavalli non ci saremmo nemmeno noi, cavalieri e amazzoni.
Grazie a chi ha saputo fermarsi: lo ha fatto anche per noi.