Bucarest, 26 marzo 2024 – In Romania abitano ancora i discendenti delle popolazioni bulgare rifugiatesi qui, in seguito alla repressione ottomana nei loro territori di origine che durò dal XV al XIX secolo.
Oggi sono poco più di 8.000 persone, che si identificano come romani e sono ancora legate alle loro tradizioni: tra queste la Pasqua dei Cavalli, Konski Veligden in bulgaro.
Un appuntamento religioso pre-ortodosso dalle antichissime origini festeggiato anche a Targoviste, una città a 85 km a nord-ovest di Bucarest.
Ogni anno, il primo sabato della Grande Quaresima gli appartenenti alla comunità bulgara, vestiti con gli abiti tradizionali della festa.
E i loro cavalli, con code, criniere e finimenti decorati con nastri e stoffe ricamate, si recano in chiesa per ricevere la benedizione.
L’auspicio è quello di avere tutti buona salute per l’anno successivo.
I proprietari condividono con i loro pony e cavalli alcuni piccoli pani (konceta), preparati per questa occasione.
Un modo antico, ma chiaro e immediato, per sottolineare lo stretto legame che li lega gli uni agli altri.
Qui un’altra Pasqua legata ai cavalli, in Germania: e da voi che tradizioni ci sono, legate a questa festività che parla di Rinascita?