Houston, 29 dicembre 2017 – Alce Nero, il cui vero nome in lakota era Heȟáka Sápa (Black Elk in inglese) sarà beatificato: il via libera al processo per la sua causa è arrivato nei giorni scorsi dai vescovi Usa.
Nato nel 1863 nel popolo degli Oglala, una costola della grande famiglia Lakota che con i Dakota forma la Grande Alleanza Sioux, a 12 anni Alce Nero partecipò alla grande battaglia del Little Big Horn; era il 1876, e i Sioux agli ordini del grande capo Toro Seduto le suonarono ai bianchi del generale George Armstrong Custer.
Nel 1887 si aggregò al tour mondiale del Wild West Show di Buffalo Bill (che si esibì anche in uno speciale spettacolo per la regiina Vittoria), ma rimase molto deluso dall’esperienza e poco dopo il suo ritorno negli States combatté al massacro di Wonded Knee, dove venne ferito e gli indiani furono sconfitti.
Alce Nero era uno sciamano del suo popolo, oltre che un guerriero, ma nel 1903 si convertì e divenne cattolico: non rinnegò totalmente la cultura e la filosofia dei Nativi d’America, e operò una sorta di sincretismo religioso che accostava i punti comuni della religione cristiana e dell’animismo.
Come catechista convertì e battezzò centinaia di Sioux e visse in umiltà e servizio per gli altri sino al 1950 quando morì nella riserva di Pine Ridge, nel Sud Dakota.
Da notare che tra i Nativi d’America c’è già un altra figura assurta agli onori degli altari, ed è una donna: Kateri Caterina Takakwitha, irochese Mohawk beatificata da Giovanni Paolo II il 22 giugno del 1980 e canonizzata da Benetto XVI nel 2012.
“In altri tempi eravamo felici nel nostro paese e raramente pativamo la fame, perché allora uomini e animali vivevano insieme come parenti, e c’era abbondanza per loro e per noi“, da Alce Nero Parla.