Bologna, 29 ottobre 2018 – Sara Riffeser Monti è una giovane donna, ma in questo esatto istante della sua vita è anche molto altro: è una moglie, è una madre, è una figlia, è una nipote. Una specie di incrocio, di punto di intersezione di esperienze, prospettive, sentimenti, emozioni. Dentro di lei c’è la forza d’acciaio del bisnonno Attilio Monti, la visionarietà creativa della nonna Marisa Monti Riffeser, il pragmatismo e il coraggio imprenditoriale del padre Andrea Riffeser Monti, la dolcezza e la serenità e la delicatezza della madre Sophie Lundstrom. Da tutto questo nasce e proviene lei, Sara, con i suoi fratelli Matteo e Bruno, ultimi protagonisti in senso cronologico della storia di una famiglia che nel mondo dell’editoria italiana ha vissuto, vive e vivrà un ruolo di assoluta eccellenza. Un’editoria diciamo generalista e dedicata al prodotto di grandi quotidiani nazionali, ma anche di settore e molto specifica: cavalli, cioè, come ben sappiamo tutti noi che scriviamo e leggiamo e amiamo le pagine cartacee ed elettroniche di Cavallo Magazine, testata che ha visto la luce come geniale iniziativa di Andrea Riffeser Monti nel 1986. Però il tema cavalli non è presente e vissuto nella famiglia solo ed esclusivamente come prodotto editoriale: l’altro… versante è quello dedicato alla organizzazione di manifestazioni agonistiche di salto ostacoli di livello nazionale e internazionale. Il concorso nella meravigliosa Bagnaia, avviato come nazionale e poi divenuto internazionale, oltre che più volte sede del Campionato d’Italia; le tappe di Coppa del Mondo organizzate nel Palasport di Casalecchio di Reno a Bologna; la straordinaria e gigantesca edizione dei World Equestrian Games nel 1998 a Roma in collaborazione con la Fise. Sara tutto questo l’ha vissuto e respirato prima da bambina, poi da ragazza e ora da giovane donna: prima da spettatrice e ora da attrice protagonista, poiché da tempo Andrea Riffeser Monti l’ha coinvolta nelle attività organizzative e dirigenziali trasferendole compiti sempre più importanti e di responsabilità che lei ha dimostrato di saper assolvere magistralmente, mettendo a frutto sia le qualità personali innate sia quelle ereditate dai genitori. E ieri in Fieracavalli a Verona si è celebrato l’ultimo atto in ordine di tempo del cammino che Sara Riffeser Monti sta compiendo nel mondo dello sport equestre: il suo ingresso nel comitato organizzatore dello Csio di Roma. Lo Csio di Roma, Piazza di Siena, cioè: uno degli eventi internazionali di maggior storia, tradizione e prestigio del mondo intero, un concorso che ha sempre coniugato sport e cultura, emozione e risultati, gare e società, bellezza e azione nel corso di quasi un secolo di storia.
«È qualcosa di cui faccio ancora fatica a rendermi conto, in realtà… Sono molto emozionata, mi auguro con tutta me stessa di essere all’altezza delle aspettative. Io spero di poter dare qualcosa a Piazza di Siena, ma sono assolutamente certa che Piazza di Siena darà molto a me».
Ha già un’idea precisa del suo ruolo all’interno del comitato organizzatore dello Csio di Roma?
«Diciamo che l’esperienza che ho maturato nell’organizzazione del concorso di Bagnaia mi ha insegnato a lavorare a 360 gradi, quindi non mi ritengo esperta di solo qualcosa in particolare: conosco tutti gli aspetti della vita di un evento e quindi cercherò di dare un contributo a livello globale secondo la mia esperienza acquisita».
Un’esperienza che deriva comunque dall’aver vissuto sempre a stretto contatto con tutti gli eventi organizzati dal gruppo guidato da suo padre…
«Sì certo, io sono il risultato dell’esperienza di una famiglia, e dei miei genitori in particolare. Mi voglio considerare come una specie di loro emanazione. Non sono solo io: nell’essere me stessa c’è anche mio padre Andrea e mia madre Sophie».
Diego Nepi, direttore marketing del Coni, e Marco Di Paola, presidente della Fise, sono i vertici dell’organizzazione di Piazza di Siena: a Verona erano entrambi molto felici di poter annunciare il suo ingresso nel gruppo…
«Per me vuol dire tantissimo. Nei confronti di Diego Nepi provo un sentimento di grandissima riconoscenza. Ho avuto la fortuna di conoscerlo un anno fa: l’ho incontrato a Roma facendomi coraggio perché non mi era mai capitato di sedermi di fronte a un personaggio istituzionalmente così importante. Mi sentivo piccola piccola… Ma lui mi ha subito messo a mio agio: il suo entusiasmo, la sua visione delle cose sono eccezionali. Ci siamo trovati subito molto affiatati, soprattutto lui mi ha messo nella situazione di non aver assolutamente paura o timore di esporre le mie idee. E credo che abbia apprezzato questa mia schiettezza. Marco Di Paola ha creduto nella mia figura. Anche lui è un entusiasta di questo sport. Lo ringrazio di cuore perché fa le cose con molta naturalezza e genuinità, e credo che sia quello che ci vuole per il nostro settore. È un grandissimo fan dello sport. Io credo che la cosa interessante sia che il nuovo corso di Piazza di Siena coincida con il nuovo corso della Fise di cui lui è artefice».
Quindi adesso cosa succederà?
«Credo che la presentazione di Piazza di Siena 2019 a Verona fosse necessaria per mettere in continuità i due grandi eventi e dichiararne il messaggio, oltre che per far capire che la macchina è già in movimento. Intanto è stata presentata la squadra, poi immagino che in seguito ci sarà una conferenza stampa più… ufficiale, diciamo. Per quanto riguarda me… beh, io mi metterei al lavoro all’istante!».