Oristano, 29 gennaio 2021 – La pandemia da Covid-19 e le relative restrizioni hanno cambiato tante cose nella vita di tutti, cambiato tante abitudini.
E anche la Sartiglia deve adattarsi, o meglio: dovrà attendere tempi migliori.
Annullate infatti le prove a cavallo, non ci saranno stelle né abilità o pariglie che tengano: l’unico momento che probabilmente si riuscirà a mantenere di tutta la celebrazione sarà la vestizione del capo corsa.
Che è un verro e proprio rito attraverso il quale si trasforma l’uomo scelto dai gremi, le corporazioni locali, in Su Componidori.
Tutto in sordina, tutto in modalità diminuita: niente tamburini, niente squilli di tromba, niente pubblico che assiste alla solenne cerimonia.
La massaia manna, la donna più importante che presiede alla vestizione, sarà assistita dal numero minimo possibile di aiutanti.
Saranno presenti probabilmente solo i rappresentanti dei vari gremi.
E solamente un cavallo: quello del Su Componidori, che per tradizione non deve mettere piede a terra fin quando non torna ad essere un uomo normale.
Che questa cosa del rimanere altro, essere quasi divino e magico soltanto finché rimane in sella a un cavallo e una volta smontato tornare comune mortale è bellissima.
E quanto c’è di vero nella capacità dei cavalli di trasformarci in qualcosa di speciale forse lo sanno davvero fino in fondo forse soltanto loro, i cavalli.
Ma almeno questa parte della tradizione verrà rinnovata.
Che almeno ci sia la benedizione beneaugurante con sa pipia de maju, il doppio mazzo di viole mammole che è lo scettro del Su Componidori,
“Attrus annus mellus”, questa è la formula di rito: che il prossimo anno sia migliore.
Ecco, anche questo ci piace che venga ancora detto e augurato.
La Sartiglia si corre l’ultima domenica e martedì di Carnevale a Oristano.
Qui la fonte della notizia, qui l’articolo sul fermo della Sartigliedda e qui ancora qualcosa sulle profonde tradizioni di Sardegna.