Verona, 28 dicembre 2018 – Il merito è di Elena Sofia Guolo: la incontriamo spesso quando ci sono in giro dei CAITPR, di solito se ne sta silenziosa a sbrigare la segreteria di qualche gara di attacchi o morfologia o a dare una mano negli eventi ufficiali della razza.
Sembra quasi timida ma non lo è, semplicemente non le piace farsi notare troppo; ma quando c’è da dire qualcosa di importante, lo fa.
E’ stata lei a farmi conoscere Savona, ed esempio: il primo accenno alla sua storia me lo aveva fatto Giuseppe Pigozzi, il direttore dell’Ufficio Centrale di Libro Genealogico ANACAITPR, ma giusto per indirizzarmi da Elena che conosce bene questa adorabile cavalla e La Vecchia Fattoria, l’agriturismo didattico in provincia di Verona dove presta la sua opera.
E sapete qual è il mestiere di Savona? Fa la cavalla per l’equitazione ludica riservata alle persone con disabilità.
Ci spiega tutto del suo lavoro Laura Mioni, il tecnico responsabile della scuola di equitazione del centro: e lo fa mentre prepara la nostra protagonista per una lezione con Davide (lo chiameremo così), uno dei bambini che frequenta regolarmente La Vecchia Fattoria.
Laura parla mentre striglia la cavalla, è un bel pomeriggio di sole e viene bene starsene all’ombra tranquille guardandola lavorare e ascoltando quello che dice. «Qui alla Vecchia Fattoria ci sono diversi cavalli che lavorano con le persone disabili» ci spiega Laura, «di razze e taglie differenti perché è importante trovare per ogni persona il cavallo più adatto alle sue esigenze. Ma Savona è la nostra star: la sua prestanza ci permette di utilizzarla anche con le persone adulte e quindi più pesanti fisicamente, e la sua morfologia da cavallo brachimorfo (collo corto ma bene inserito, tronco potente e arti stabili e solidi, che permettono un passo tranquillo e sicuro) trasmettono sicurezza e permettono l’assetto più corretto possibile, dando quindi maggiori possibilità di indipendenza al cavaliere.
Certo, un TPR non può andare bene per chi ha dei problemi di paraplegia inferiore e chiusura marcata degli arti: ma per la stragrande maggioranza dei casi è una soluzione ideale».
Mentre Laura parla noi seguiamo con gli occhi Davide: ha otto anni, è affetto da Sindrome di Down e forse ha qualche problema di socializzazione.
Guarda sempre in basso, non parla con nessuno e ha una espressione molto, molto seria. Finché non molla tutto e viene anche lui da Savona, e allora cambia sotto i nostri occhi come per magia. Man mano che si avvicina a lei si tiene più dritto con le spalle, solleva la testa per guardare quel monumento di cavallona e appena le arriva a tiro di carezza le spara un bel «Ciao Savona!» che fa girare la testa della cavalla verso di lui, e lo saluta a sua volta con una soffiata più forte dalle froge e un’occhiata di amichevole interesse.
E’ come se all’improvviso qualcuno avesse aperto il rubinetto del buonumore di Davide, che adesso ha una faccia allegra e sorridente e mentre dà una mano a sellare la cavalla ci racconta quanto gli piace montarla.
Una volta pronta la TPR ci avviamo tutti in gruppo verso il maneggio che è un po’ distante dalle scuderie, in mezzo ad un bel boschetto silenzioso; durante la breve passeggiata Davide non sta zitto un secondo e saltella attorno a Savona, che con la sua paciosa andatura sembra il monumento della Pazienza.
Nel rettangolo abbiamo la bella idea di voler scattare qualche fotografia, usando come nota di colore i palloni di gomma giganti che sono lì tra bidoni e ostacoli: non l’avessimo mai fatto, scateniamo definitivamente l’entusiasmo di Davide che – terrore e raccapriccio! – ne fa rimbalzare uno direttamente addosso alla cavalla.
E lei che fa? Quando il pallone le colpisce la groppa poderosa stava guardando gentile dalla nostra parte, all’impatto gira le orecchie indietro, verso il disturbo, si volta appena con moderata curiosità e poi torna placida in posizione di attesa, senza aver mosso un piede e nemmeno la coda.
Ci sembra di vedere un fumetto a nuvoletta uscire sopra la sua testa con dentro scritto «Ah! questi benedetti ragazzi…».
«Già, la desensibilizzazione è importante» chiosa Laura mentre porta Savona a lato della rampa che permette anche ai disabili con più difficoltà di montare in sella, «questi cavalli devono imparare a non reagire in modo inconsulto, in ogni situazione. Ma allo stesso tempo devono rimanere pronti e attenti alle nostre indicazioni: Savona in questo è davvero bravissima, lei è esattamente quello che noi vogliamo che sia, sempre e in ogni situazione».
Adesso Davide è in sella, le manine attorno alla maniglia posizionata sull’arcione e molto orgogliosamente ci fa notare che sta montando Savona, lui: con Laura da una parte, una aiutante dall’altra ed Elena che la conduce a mano la TPR avanza ad un passo deciso, regolare e segue la traiettoria indicatale con scrupolosa precisione.
Poi, all’improvviso, un altro momento di scalpitante entusiasmo di Davide: che si agita in sella, ride e si dondola di qua e di là con tutta l’incontenibile energia di cui è capace un ragazzino come lui.
E Savona all’istante si ferma, immobile sulle quattro gambe e senza alzare la testa e nemmeno abbassarla. Mentre le ragazze parlano a Davide e piano piano lo calmano lei fa il suo lavoro, come sempre: offre la sua tranquillità come un’isola dove poter correre a piacimento, mette a disposizione la sua forza per superare, con massima delicatezza, qualche momento agitato che può capitare accanto a lei.
Che non si preoccupa, non si agita, non si offende e non si permette nemmeno l’ombra di una protesta. Si adatta a quello che c’è bisogno di fare e lo fa, perché lei è una Cavalla Agricola Italiana da Tiro Pesante Rapido, una razza che sa cosa vuol dire il lavoro e adesso il suo è questo, aiutare persone come Davide a sentirsi più indipendenti e felici: e che lei lo sappia fare davvero molto bene ve lo mettiamo nero su bianco, con tutto il cuore.
Chi è Savona
Savona è una cavalla di razza CAITPR, nata nel 2002 da Ortò e Queter. E’ una baia oscurissima con un bel fiocco di neve in fronte, liscio fra le nari e due balzane ai posteriori: era destinata alla produzione alimentare ma grazie a La Vecchia Fattoria ha potuto cambiare decisamente in meglio la sua sorte. Oltre a fare il cavallo da equitazione ludica per disabili, con il Team de La Vecchia Fattoria ha debuttato con successo a Fieracavalli 2015 portando tra spettacoli, gare di morfologia e sportive e l’allegro caos della kermesse veronese la sua «incredibile disponibilità ad interagire con tutti». E per lavoro si presta anche a fare la cavalla degli indiani ai campus estivi, con tanto di galoppata (quasi…) pancia a terra per ogni ragazzo che voglia provare questa emozione: e il suo Team ci tiene a farlo sapere perché non si ha da pensare che Savona non sia in grado di tirare fuori un po’ di sangue, quando serve!
La Vecchia Fattoria
L’Agriturismo della famiglia Roncolato per Bonvicina è ormai una istituzione: dal 1994 tutta l’azienda è stata convertita all’agricoltura biologica e dal 1998 ha iniziato le sue attività didattiche con le scuole. Da lì a occuparsi in modo speciale anche di bambini e adulti con disabilità il passo è stato breve, a da subito le modalità di inserimento di queste persone nelle attività comuni sono state improntate ad una naturalezza piena di attenzioni mirate, ma semplice e familiare. L’obiettivo è quello di ricreare una micro-società agricola, proprio come quelle di una volta. La responsabilizzazione di ognuno è la base fondamentale dalla quale si parte per costruire tutto il resto e gli animali della fattoria sono complici essenziali in questo progetto, proprio grazie alle cure costanti che richiedono. Cavalli compresi, ovviamente: che con sensibilità, intelligenza e capacità di adattamento riescono ad avere un effetto terapeutico sulle persone, disabili o non disabili che siano.
La Vecchia Fattoria – Via Muri, 54 – 37050 Bonavicina (VR) – Tel. 045 7125521 – Fax 045 4851166 – E-mail: [email protected]