Bologna, 15 agosto 2024 – Stefano Scaccabarozzi è stato uno dei più dotati e talentuosi cavalieri italiani tra quelli cresciuti alla scuola dei D’Inzeo, tecnico e istruttore molto apprezzato in Italia e all’estero.
Da qualche anno lavora anche nel mondo del Pentathlon Moderno: e in particolare alle Olimpiadi di Parigi 2024 ha partecipato in qualità di tecnico personale di Elena Micheli, atleta romana classe 1999 che gareggia per il Centro Sportivo Carabinieri.
Elena ì si è classificata 5° in questa disciplina ai XXXIII Giochi Olimpici, dove ha avuto luogo per l’ultima volta la prova di equitazione.
Da lunedì 12 agosto 2024 l’equitazione è stata cancellata dalle cinque prove del Pentathlon Moderno.
Adesso, appena terminata questa fase storica, Scaccabarozzi ha voluto condividere con noi alcuni pensieri.
“Questa è stata la mia quinta Olimpiade, dalla prima a cui ho partecipato come tecnico, quella di Beijing 2008. Mi è dispiaciuto moltissimo vedere calpestare per l’ultima volta l’Arena Olimpica da un cavallo del Pentathlon moderno, e vedere i pentatleti vestire, anche loro per l’ultima volta, l’uniforme equestre e vivere l’ultima edizione di questa lunga storia di tradizione sportiva, smantellata e portata alla fine.
Elena è stata un’allieva eccellente sotto ogni punto di vista: è stato un onore lavorare con lei e vedere crescere il suo livello fino a far diventare l’equitazione una prova fondamentale al fine dei suoi risultati: due volte Campione del Mondo e quinto posto alle Olimpiadi di quest’anno.
Ci tengo in modo particolare a fare i complimenti al Comitato organizzatore francese per la scelta e la presentazione dei cavalli messi a disposizione: tutti appartenenti ai vari corpi montati dell’Esercito Francese!
Tutti ottimi cavalli, classici, facili da montare anche da chi non pratica un’equitazione avanzata.
Grazie a questi cavalli a Parigi 2024 un gran numero di atleti hanno potuto ben figurare in questa prova.
Dispiace che questo ottimo risultato, ottenuto grazie alla scelta attenta dei cavalli e anche all’attenzione dedicata al miglioramento della formazione nei cavalieri nei tre anni da Tokyo verso Parigi, non sia avvenuto prima.
Purtroppo i vertici del Pentathlon (UIPM) e molte Federazioni nazionali, hanno capito tardi quanto era importante dedicarsi alla formazione di un buon cavaliere, e che per riuscirci bisognava iniziare da molto prima, rispetto ai soliti 18 anni, l’ avvicinamento al cavallo.
L’UIPM nel passato non si è resa conto che per fare questo sport ci vogliono anni: per essere consapevoli di come affrontarlo, per produrre un discreto cavaliere e per garantire un buon spettacolo in sicurezza.
Invece si è data così l’idea che la prova del salto ostacoli fosse talvolta improvvisata, e a volte solo una prova di coraggio e non invece di tecnica equestre.
Il risultato lo abbiamo visto: l’annullamento della prova a cavallo.
Oramai penso che lo spettacolo televisivo alle Olimpiadi, con il giro economico conseguente, gestisca e gestirà sempre di più le formule di gara in molti sport.
Pur sapendo che non succederà, mi piacerebbe poter vedere un atto di coraggio da parte del prossimo Presidente del UIPM che verrà eletto, ossia cambiare il nome di questo sport!
Perché l’equitazione era una parte fondamentale del perfetto pentatleta immaginato da de Coubertin!
Ma questo difficilmente succederà, per una serie di problemi dovuti alla comodità di essere già dentro le regole olimpiche piuttosto che affrontare ex-novo un iter di presentazione con un nuovo nome.
Altra verità di questa decisione epocale è che si è un po’ mascherata dietro il tema ‘benessere del cavallo’: sacrosanto argomento. Il benessere del cavallo è importantissimo, più di qualsiasi altra cosa.
Su questo argomento io posso accettare tutte le critiche del mondo, ma solo se queste nascono da persone o enti che abbiano un ottima conoscenza della materia.
Mi farebbe molto piacere se per il benessere degli animali si applicassero le medesime attenzioni e battaglie, che talvolta subiamo noi nel nostro sport, anche al mondo delle corride, degli zoo, dei circhi, delle gare di rodeo, e degli allevamenti intensivi!
Impostare in quegli ambienti gli stessi regolamenti, invece di minacciare le nostre Federazioni Equestri.
Mi piacerebbe vedere la Casa Madre FEI assumere un atteggiamento più difensivo nei confronti del nostro sport, visto l’andamento dell’evoluzione delle discipline equestri alle Olimpiadi e i cambiamenti di regolamenti delle varie specialità: Dressage, Salto Ostacoli, Completo.
Ci sono alcuni cavalieri tra i migliori del mondo, con esperienze infinite come Pessoa, Guerdat e molti altri, che potrebbero affrontare qualsiasi dibattito riguardante scelte di cambiamento.
Vorrei che tutti i giovani e dilettanti diventassero attivi difensori della nostra storia e del nostro sport, dai primi passi ai livelli olimpionici.
É sottinteso che soltanto la formazione dei giovani nelle federazioni nazionali possa riuscire a tramandare, attraverso una giusta formazione la cultura e la tradizione equestre insieme ad un’attento approccio al benessere dei cavalli.
Noi dobbiamo preparare tutti i nostri giovani a crescere con una mentalità capace di salvaguardare i nostri cavalli e il nostro sport, in ogni specialità dell’equitazione.
I nostri cavalli sono trattati bene nella maggior parte dei casi e noi dobbiamo riuscire a farlo capire e sapere a tutti: e dobbiamo altresì, e con coraggio, denunciare i non allineati”.