Bologna, 10 giugno 2020 – Il sistema equestre deve ripartire. Lo chiedono gli atleti (umani) ma in modo indiretto lo chiedono anche i cavalli. O meglio, lo chiede il sistema economico che li rende protagonisti di un comparto economicamente fragile. Non godendo dei favori di sport più televisivi e quindi più sponsorizzati, l’equitazione e soprattutto il salto ostacoli richiamano gli sponsor quasi esclusivamente nel momento in cui ci sono le gare.
Secondo quanto predisposto dal Governo nei vari decreti, è da febbraio che i concorsi sono fermi. Uno dopo l’altro hanno dato forfait tanto gli appuntamenti nazionali quanto eventi storici come Aachen o Piazza di Siena, circuiti planetari, campionati d’Europa e si sono dovute spostare perfino le Olimpiadi. Il calendario si è praticamente congelato e i comitati organizzatori sono in grave sofferenza. A questo si aggiunga il naturale desiderio di ritornare in campo degli agonisti-umani… Se per il ‘ricco’ mondo del calcio lo stop forzato ha significato perdite milionarie, per gli sport equestri dove di milioni ce ne sono molti di meno, il rischio equivale alla fine di molti comitati e di eventi.
Sulla scorta di questa breve storia recente, negli ultimi giorni si è assistito a un rincorrersi di sedicenti ‘notizie’ da social che annunciavano, ora in Veneto, ora in Toscana, ora in Lombardia la ripartenza delle gare nazionali dal prossimo weekend. Ci spiace dover dire a tutti gli impazienti garisti che – secondo quanto ci hanno confermato direttamente in Fise – si tratta di una fake news.
Vero è che il ministro Spadafora ha annunciato la ripresa della Coppa Italia già dal 12 giugno, ma non è stato assolutamente sciolto il nodo per le altre manifestazioni che verosimilmente (e qui azzardiamo una ipotesi tutta nostra) riprenderanno a partire dal 15 giugno.
A conferma di questa spiacevole realtà, nella sola giornata odierna sono arrivate in Fise una lunga serie di cancellazioni…
Manca poco, ma di fatto i concorsi in Italia (quelli veri e ufficiali) devono attendere ancora almeno una settimana e prepararsi a una ripartenza con mille attenzioni, divisori in giuria compresi.
E all’estero? Nonostante in Germania si sia già cominciato a competere dalla fine di maggio a porte chiuse, anche oltre confine si viaggia con il freno tirato.
Tantissime le gare che non sono state confermate, ma tra quelle che invece stanno timidamente rialzando la testa spicca la ripresa delle gare a St. Tropez, con un Csi 4 stelle dal 18 al 21 e uno dal 25 al 28 che data la prossimità, non mancherà di annoverare una consistente partecipazione italiana. Surfando sui social non passa inosservata la gioia espressa da Giulia Martinengo ed Emilio Bicocchi che sicuramente non saranno i soli a riversarsi in Costa Azzurra.
L’ultima gara internazionale pre-lockdown era stata una tappa del Sunshine Tour di Vejer de la Frontera e proprio questo circuito riaprirà i concorsi in Spagna, con un nazionale già nel prossimo weekend, seguito da un appuntamento a 2 stelle dal 18 al 21 e poi dal 25 al 28.
Negli States e in Canada, nel mese di giugno, dei 95 concorsi internazionali in calendario, solo 13 non sono ancora stati cancellati, per un crollo verticale dell’86%: un disastro economico anche per i forti comitati organizzatori a stelle e strisce.
E proprio dagli Stati Uniti, dalla brillante mente di un veterano dello showbiz equestre qual è Michael Stone, arrivano alcune ‘cartoline’ di grande utilità per tutti gli organizzatori. Stone è autore di un protocollo studiato con la federazione Usa, in cui sono state redatte delle linee guida che consentano di riaprire il business delle gare senza sacrificare la sicurezza e la salute di pubblico e concorrenti. Secondo il protocollo-Stone, la percentuale di rischio prevista è piuttosto bassa: circa l’86%.
Parlando delle competizioni di dressage a Wellington (che Stone organizza con grande successo), il manager ha evidenziato quanto il problema dell’assembramento sia cruciale, tanto da imporre un numero calmierato di persone che accompagnano il binomio. Sono consenti infatti un groom, un trainer e una sola altra persona per binomio. E il pubblico? No. Neanche a dirlo… È troppo presto.
«Chi accede agli impianti (di Wellington, ndr) – ha spiegato Stone in una recente intervista – passa attraverso una tenda con termoscanner, un grosso investimento che è stato però indispensabile. La temperatura viene rilevata anche da apposito personale dotato di termometri: possono accedere solo coloro che hanno meno di 37.5°. Chi ha temperatura più alta deve essere testato. Le mascherina sono tassative e possono essere tolte solo una volta che si è montati in sella. A ciò si aggiungano le regole di distanziamento, la cura dell’igiene e la richiesta di non rimanere troppo a lungo presso l’impianto una volta che si è terminata la gara».
Secondo l’esperienza di Stone, le gare internazionali non torneranno più come le conoscevamo prima del Covid: «Alla fine il nostro sport tornerà a essere meno globale… Almeno fino a quando non ci sarà un vaccino».