Bologna, 30 novembre 2020 – Ci sono persone che sono come fiori e rendono bello il giardino della vita, ha detto un suo caro amico.
E Stefano Pettazzoni era così.
Per quanto un solido signore bolognese con la passione per la monta western possa ricordare un fiore, ma Stefano rendeva veramente più bella la vita delle persone attorno a lui.
Sempre sorridente, gentile, pacato, allegro, disponibile e generoso, autoironico e accogliente.
Lo abbiamo incontrato in mattinate siberiane al suo Cattle Ranch di Granarolo nell’Emilia per uno degli stage italiani di Leslie Desmond e ci aveva fatto sentire come tra vecchi amici.
Aveva la capacità di instaurare con tutti un rapporto immediato di confortevole umanità.
In occasione di una emergenza – l’esondazione dell’Idice nel 2019 – lo avevamo coinvolto in quattro e quattr’otto in una operazione di emergenza.
Progetto Islander aveva bisogno di supporto sul posto per alcuni cavalli salvati dalle acque da ospitare, Stefano si era subito reso disponibile per dare una mano e organizzare la logistica sul posto.
Poche chiacchiere, molta sostanza, una serenità che riusciva a trasmettere agli altri come per osmosi.
Stefano era malato da tanto tempo, uno di quei mali brutti che non ti mollano.
Lo aveva saputo 12 anni fa, da allora ha deciso di passare più tempo che poteva con i cavalli, una grande passione che lo ha accompagnato per tutta la vita.
Così aveva creato il Cattle Ranch: da un posto praticamente in rovina ha ricavato un centro ippico per veri amanti del western riding, rifugio perfetto per gli amici suoi e dei cavalli.
Pronto a imparare cose nuove, ad approfondire quelle conosciute, a rispondere senza perdere tempo se c’era da fare qualcosa.
Ora il suo sorriso gentile mancherà tanto a tante persone: ma sarà bello poterlo ricordare, com’era.