Bologna, 1 aprile 2021 – Partiamo da una programmazione televisiva per approcciare un tema enorme. In occasione della Giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo, venerdi’ 2 aprile alle 19.10 su laF (Sky 135) andrà in onda ‘The Horse Boy – Ippoterapia per mio figlio’.
Si tratta di un documentario che racconta la storia della famiglia Isaacson e del loro viaggio dal Texas alla Mongolia in cerca di una cura per Rowan, il figlio autistico.
Nell’aprile 2004 a Rowan Isaacson viene diagnosticata una forma di autismo. Ha due anni e mezzo. Rowan smette di parlare, di interagire, si ritira in se stesso per ore e, spesso, inizia a urlare senza un apparente motivo.
Rupert, suo padre è uno scrittore e nella sua vita è stato anche addestratore di cavalli. Kristin Neff, sua madre, è una professoressa di psicologia. Insieme iniziano immediatamente a cercare una ‘cura’ per Rowan. Ma le terapie convenzionali non producono grandi effetti.
Dalla loro osservazione però emerge che Rowan sembra stare meglio quando è a contatto con gli animali. Soprattutto con i cavalli. E da questo dato iniziano il loro lavoro. Che si traduce, nell’estate del 2007, in un viaggio fino Mongolia.
Prodotto dallo stesso Rupert Isaacson e diretto da Michel Orion Scott, il documentario segue la traversata a cavallo della famiglia dalla Mongolia alla Siberia, tra paesaggi emozionanti, misteriosi sciamani e cure locali. È stato apprezzato in festival come l’International Documentary Film Festival di Amsterdam e il Sundance Film Festival 2009. E soprattutto è una storia vera. Che parla di una condizione vera. Vissuta veramente da molte famiglie.
Oggi esiste una “Horseboy foundation“, un’associazione che si dedica alla cura attraverso l’ippoterapia di bambini con problemi neurologici. Ma su questa condizione si sa ancora pochissimo.
Un universo parallelo
Secondo il Manuale Diagnostico e statistico dei disturbi mentali DSM-5, il disturbo dello spettro dell’autismo rientra tra quelli del neurosviluppo.
Una persona con questo tipo disturbo vive un mondo suo, spesso incodiviso. Speciale e particolare, Vi si può entrare solo in punta di piedi. Consci e consapevoli del fatto che ogni minimo suono, luce, immagine, profumo e consistenza potrebbero assumere un significato diverso. E scatenare quindi reazioni diverse dalle nostre.
Detto ciò, va altresì spiegato che esistono molte tipologie di autismo. Temple Grandin, per esempio, professoressa associata della Colorado State University e riferimento mondiale in materia, è affetta da disturbo dello spettro autistico nella sua variante ad alto funzionamento, detta sindrome di Asperger. La stessa di cui sarebbe affetta Greta Thunberg, la paladina dei Fridays for Future.
Non a caso si parla di spettro autistico. Il che equivale a dire che in pratica, ogni persona fa letteratura propria.
Tuttavia, in moltissimi casi è stato riconosciuto che il rapporto con il cavallo può contribuire a creare un legame, un contatto. Soprattutto può creare benessere.
Il cavallo è atavicamente un predato. Per sua natura ha imparato nella sua evoluzione a cogliere e percepire tutto ciò che lo circonda. Sia a livello fisico, sia a livello emotivo. Nel rapporto con la persona autistica, ciò si traduce nella capacità del cavallo di dialogare con la sensibilità dell’altro. Come se tra cavallo e persona affetta da una forma di autismo si instaurasse un semplice linguaggio comune.
Da qui la magia che le terapie assistite a cavallo hanno saputo creare anche tra chi è portatore di questa problematica. La stessa che hanno scoperto i gentori di Rowan durante il loro lungo viaggio. Che è sì stato un viaggio fisico, ma che è, anche e soprattutto, un viaggio di scoperta e accettazione.
E sapete una cosa? Gli Isaacson, Rowan compreso, si sono resi conto di aver fatto davvero degli enormi passi avanti. Tutti e tre insieme. Per chi soffre di autismo, non è poco.
L’appuntamento con “The Horse Boy – Ippoterapia per mio figlio” di venerdi’ sarà disponibile anche on demand su Sky e su Sky Go.