Tunisi, 19 giugno 2019 – Non c’è niente come avere gli stessi problemi, e combattere le stesse difficoltà per rendersi conto del fatto che in fondo siamo molto più vicini e molto più simili di quanto non crediamo a persone che vivono in paesi lontani dal nostro: un esempio lampante è quello che ci offre Gabriella Incisa di Camerana raccontandoci la giornata che la Fondation Nationale d’Amélioration de la Race Chevaline tunisina venerdì, 14 giungo 2019 ha dedicato alle aste dei puledri di 2 anni, per la quasi totalità Purosangue Arabi.
«La Tunisia ha dedicato un lungo week-end al cavallo arabo, a cominciare dalla giornata di venerdi 14 giungo con la vendita all’asta dei puledri di 2 anni, organizzata dalla F.N.A.R.C. di Sidi Thabet, il locale istituto di incremento ippico, sotto la tutela del Ministero dell’Agricoltura» ci spiega Gabriella Incisa di Camerana, che da anni dirige a Tunisi il Centro Ippico Mahdia in cui tiene cavalli Arabi, Berberi e pony di Mogods.
«Una complessa macchina organizzativa si è dunque messa in moto grazie all’impegno e alla precisa volontà, da parte di questo ente, di evolversi e promuovere questo settore. Un’animazione innovativa e brillante ha indotto anche un pubblico più giovane ad essere presente e questo grazie alla collaborazione con Equina, una dinamica società locale di prodotti per cavalli, che sarà presente alla prossima edizione di FieraCavalli a Verona con un’idea, a dir poco, rivoluzionaria. Sono state, inoltre, esposte le tele-coperte dipinte durante l’Horse Painting ideato dall’associazione Centre Hippique Mahdia a sostegno dell’educazione emozionale dell’infanzia ed un caricaturista ha saputo rendere espressivi, con umorismo, i tratti del pubblico presente».
Ricordiamo che Horse Painting fa parte di un circuito di iniziative promosse da Blue Connection, un programma dedicato alla consapevolezza sull’autismo.
«Appassionati e professionisti della filiera equina», continua Gabriella «si sono dunque ritrovati per quest’asta annuale ma i prezzi elevati solo di alcuni soggetti e il numero non trascurabile degli invenduti hanno purtroppo dimostrato che il settore è in crisi. L’assenza inoltre delle più alte cariche dei tre Ministeri preposti, agricoltura-sport-finanze, è il chiaro segnale di un disinteresse che si allarga anche livello nazionale, a cominciare dalla mediatizzazione televisiva di sport come il football a discapito dell’ippica. La linea di sangue preferita dagli acquirenti ha sottolineato come il connubio allevatoriale vincente sia quello di una linea paterna occidentale, francese, con quella materna orientale, strettamente tunisina».
Coe sono andate le aste?
«Numerosi sono stati i soggetti che non hanno trovato il loro giusto valore e sono stati ritirati, nonostante il best price sia stato battuto a 90.000 dinari, equivalenti a 25mila euro, che in Tunisia rapresentano una fortuna visto che lo SMIG, il salario medio garantito, è di 500 dinari al mese».
Quale è la situazione attuale dell’allevamento tunisino?
«Il complesso mondo dei cavalli tunisino ha sempre meno entrate, mentre il costo della loro gestione è in costante aumento. Il cibo, i medicinali, il personale e le spese veterinarie incidono enormemente così come le attrezzature equestri, che non avendo una produzione locale, provengono dal mercato di importazione e quindi sono collegate a un tasso di cambio del dinaro tunisino molto svalutato rispetto all’euro. Molti sono dunque, oggi, gli allevatori in difficoltà, che non avendo ricevuto in tempo la distibuzione dei premi dalla società che gestisce le corse, sono stati costretti a svendere i loro allevamenti».
E per quanto riguarda più da vicino i cavalli?
«Il patrimonio genetico selezionato da generazioni è andato così disperso all’estero, sopratutto in Libia. Una perdita incalcolabile dei ceppi tunisini, da sempre imbattuti sulla pista, difficile da ricostruire! Il malcontento è più che palpabile. Per non parlare dell’aumento del numero di scommesse, virtuali o clandestine, che catturano l’attenzione dei giocatori, soprattutto dei più giovani, e fanno dimenticare loro i cavalli. Inoltre, recentemente, si è aggiunta anche la paura per i centinaia di ettari andati in fumo per il fuoco doloso, che è l’ultimo incubo degli agricoltori, minacciati persino alle porte delle loro fattorie. Una serie di altri errori strategici hanno costellato, in Tunisia, la gestione di questo nobile sport che è attualmente in un vicolo cieco. Guardando questi PSA correre a tutta velocità verso il traguardo, nell’ippodromo di Kassar Saïd, dove la domenica si è poi corso il Gran Premio «Arabian Godolphin » e la prima tappa del Campionato Fantini del Mediterraneo, viene spontaneo sperare che vengano trovate soluzioni concrete per tornare in sella il più in fretta possibile».