Bologna, 25 marzo 2020 – In questi giorni molti di noi sentono fortissima la mancanza dei propri cavalli, proprio quando avrebbero tantissimo tempo da dedicare loro.
La parola d’ordine però è RESTATE A CASA quindi come impiegare questo tempo regalandoci una bella emozione e un ricordo destinato ad accompagnarci anche in futuro?
La redazione di Cavallo Magazine ha pensato a una piccola iniziativa che possa coinvolgere tantissimi studenti che trascorrono questi giorni lontano da scuola: un modo per allenarsi nella scrittura pensando ai nostri amici a quattro gambe lontani.
L’idea è un premio letterario. Ed ecco l’elaborato di Lucrezia, che vi proponiamo integralmente
Mi chiamo Lucrezia, abito in Piemonte e frequento il quinto anno di Ragioneria. In questo momento mi ritrovo qui a scrivere una storia forse un po’ particolare, la storia con il protagonista più bello che potesse capitarmi. Il suo nome è Carrow Contiki, un Irlandese grigio di 19 anni ma con la forza di volontà di un puledro. Nell’ equitazione, da 5 anni a questa parte, sono sempre stata un po’ “sfortunata”; ogni cavallo a cui mi affezionavo ben presto lo vedevo sfumare davanti ai miei occhi, per una ragione o per l’altra. Avevo quasi del tutto perso la voglia di montare, non riuscivo più a trovare gioia nel salire a cavallo perché non riuscivo a sentirmi davvero in sintonia con nessuno di essi. Un giorno d’estate, il 3 agosto 2018, la mia vita e la mia equitazione sono state stravolte definitivamente; mi venne proposto di fare lezione con un cavallino che non avevo mai montato, chiamato semplicemente “Contiki”. Fu amore a prima vista. Il suo trotto, il suo galoppo, la sicurezza con cui mi portò su un verticale di 90 centimetri dopo più di un anno di stop dai salti, me ne fece innamorare. Sotto la sella sentivo di avere un campione, un campione fuori e dentro un campo di salto ostacoli. Le soddisfazioni con lui iniziarono ad aumentare sempre di più, fino a quando ci venne proposto di tornare sui campi gara, iniziando a collezionare una sfilza di netti, tutti grazie al suo enorme cuore. Tante volte però mi ha insegnato a cadere, a non darmi qualsiasi cosa, qualsiasi salto per scontato; mi ha insegnato che nell’ equitazione come nella vita, si deve avere coraggio. Coraggio di vivere. Lui mi ha insegnato a vivere, a cadere e rialzarmi, a piangere quando tutto andava male e non potevo farci niente perché la colpa era solo ed esclusivamente mia, a gioire di ogni vittoria e imparare da ogni sconfitta. Lo amo, non posso e non voglio dire altro per descriverlo, mi ha insegnato tanto e tanto ancora continuerà a insegnarmi. Sarà lì ad aspettarmi quando tutto questo incubo sarà finito, col suo muso sporco, le orecchie tese in avanti e la criniera scompigliata, pronti a ricominciare insieme. Insieme si, o con lui o con nessun altro, è la promessa che gli ho fatto. Impariamo da ciò che ci hanno insegnato i cavalli: anche le battaglie più dure si possono vincere, e la gioia della vittoria tanto più è ardua la sfida, tanto più gioioso sarà il sorriso di averla superatai. L’italia, il mondo, come ogni amazzone e cavaliere, dalla polvere si rialzerà, pronti a ritornare più forti di prima. Andrà tutto bene, ce lo hanno insegnato loro.