Kiev, 4 aprile 2022 – La guerra è terribile, in primo luogo per le persone coinvolte: uccise, ferite, spaventate, costrette ad abbandonare le loro vite normali, le loro case e la loro terra.
Ma tra i danni collaterali di ogni guerra c’è anche, sempre, la sofferenza degli animali: quella che Andrea Cisternino, italiano da anni residente in Ucraina, ha voluto evitare agli ospiti del suo Rifugio Italia Kj2.
Che con la semplicità più bella del mondo spiega, nel video che trovate qui sotto: “Dopo averli salvati non potevo abbandonarli: sarei stato un vigliacco”.
A costo di creare un caso diplomatico, a costo della sua vita, a costo di soffrire con e come loro: ma lui è rimasto lì, a curarli per come e quanto possibile, non li ha abbandonati.
E la mobilitazione di tante persone, principalmente i suoi amici in Italia ha fatto il miracolo: il corridoio umanitario ha funzionato, da Andrea e i suoi collaboratori sono arrivate tonnellate di aiuti per loro e gli animali.
Carla Rocchi, presidente dell’Enpa ha dichiarato: «Il rifugio Kj2 Italia di Andrea Cisternino a Kiev ha finalmente ricevuto i nostri aiuti. È finito un incubo per gli animali e per le persone. Siamo felici per l’esito di una missione lunga, difficile e rischiosa che ha richiesto impegno, passione e lucidità. Andrea, cittadino italiano che a Kiev ha fondato il rifugio per 400 animali circa, con lo scoppio della guerra ha deciso di non abbandonare i suoi ospiti: cani, gatti ma anche animali da fattoria e cavalli – spiega l’Ong – Presto l’area attorno al rifugio è stata occupata dall’esercito russo e da quel momento è stato impossibile rifornirsi di cibo e acqua per animali e persone. Mentre le scorte stavano per esaurirsi, Andrea ha lanciato un appello che Enpa ha immediatamente accolto».
Continua Rocchi: «In due abbiamo organizzato la missione per l’invio di ben dodici tonnellate di beni per animali e per le persone: pet food, farmaci, trasportini, ma anche acqua potabile, cibo in scatola, pasta, riso e articoli per la persona. Una missione nella quale il ruolo dell’Unità di Crisi della Farnesina è stato fondamentale, di grandissima competenza e anche appassionato. Preziosissimo anche l’apporto del Comitato UnitiPerLoro e della Sioi».
L’ultima frazione del viaggio è stata la più complessa: i soccorsi sono partiti il 23 marzo dall’Enpa di Verona, sono passati da Olkusz, in Polonia,poi a Leopoli e quindi alla periferia di Kiev.
Ma i pochissimi chilometri tra l’hub di SaveUkraine e il rifugio erano sotto controllo russo, che non dava il permesso di entrare né uscire: lì è stato fondamentale l’intervento del nostro Ministero degli Esteri.
Una volta aperto il corridoio ad hoc, finalmente al rifugio sono arrivati gli aiuti: a portarli materialmente anche Claudio Locatelli, più che reporter di guerra giornalista combattente, come si definisce lui stesso.
Qui la sua pagina Instagram, dal suo profilo Facebook invece copiamo e incolliamo questo messaggio relativo al post dove racconta la consegna dei materiali di soccorso per Andrea e i suoi:
“L’uomo non ha ne potere, ne privilegi, ha solamente responsabilità” – Orens Lyons, nativo americano degli Onondaga