Udine, 10 luglio 2021 – Era nato il 13 luglio del 1911 a Flumignano, morì a Udine nel 1986 dopo aver fatto crescere generazioni di cavalieri: anzi, forse meglio dire di uomini, perché per lui oltre alla tecnica dell’equitazione era importante anche la formazione come persone dei suoi allievi.
Stiamo parlando del marchese Fabio Mangilli, ufficiale di cavalleria e istruttore di equitazione che la sua Flumignano ricorderà questa sera alle 19.00 con un concerto di musica sinfonica, a pochi giorni da quello che era il suo compleanno.
E lo farà proprio a Villa Mangilli, il luogo che lo vide nascere.
Un modo gentile di ricordarlo, così proprio e corretto nel modo di porsi.
Una figura come non ce ne sono più, capace di imporsi con pacata autorevolezza anche a torme di scalpitanti giovinotti – e che fossero o meno sotto le armi aveva poca importanza.
Il pensiero e il ricordo sono del Comune di Talmassons, di cui Flumignano è una frazione: ed è bello sapere che c’è ancora chi non vuole dimenticarlo.
L’area chiamata “La Piste” della tenuta che fu dei marchesi Mangilli è stata acquistata negli anni ’80 dall’imprenditore Pietro Turco, che ne ha ripristinato la destinazione d’uso.
E’ stata la passione delle nuove generazioni della sua famiglia per l’equitazione a permetterlo.
Rimessa in funzione la pista di allenamento, è rinata attorno a questo nucleo una vera e propria impresa sportiva dedicata al cavallo che Equiliber ha dedicata proprio al marchese.
Una bella biografia di Mangilli l’abbiamo trovata sul Dizionario Biografico dei Friulani, qui un articolo del nostro Umberto Martuscelli che parla di lui.
Perché persone così, come era questo vero cavaliere, è un peccato mortale che non siano più vivamente ricordate e fatte conoscere anche i più giovani.
Riportiamo integralmente la voce del DBdF che parla di Fabio Mangilli, perché è perfetta così, e non vogliamo sciuparla con tagli o modifiche.
“Nato a Flumignano (Udine) il 13 luglio 1911 da nobile famiglia, giovanissimo si arruolò nel reggimento Savoia Cavalleria di Milano. Nel 1931, allievo caporale, durante un’esercitazione salvò la vita a un suo superiore che stava per essere travolto da un treno, in quanto gli zoccoli del suo cavallo erano rimasti intrappolati nelle rotaie. Nel 1934 M. si iscrisse alla Scuola di cavalleria di Pinerolo e successivamente a quella di Tor di Quinto (Roma). Dopo la seconda guerra mondiale fu selezionato per le Olimpiadi di Londra del 1948, dove ottenne l’ottava posizione assoluta nel Concorso completo. Con il fratello diede impulso a un’attività imprenditoriale legata a una distilleria, che in origine voleva soddisfare soltanto la produzione di una piccola azienda familiare, ma ne lasciò al fratello stesso la gestione”.
Tutti i suoi interessi furono rivolti all’equitazione, convinto che «ogni cavallo deve essere studiato, capito e addestrato nel modo più appropriato alla sua natura ed alla sua indole» e che «l’equitazione eccelsa è un insieme di scienza e di arte» in una continua ricerca di perfezione, come scrisse nell’opera postuma Il cavallo e il cavaliere.
“Insieme ad amici friulani allestì un centro di addestramento a San Martino di Codroipo con base presso la scuderia Kechler, insieme con una piccola tenuta a Lignano che egli stesso dotò di ostacoli. Come cavaliere conseguì trofei e vittorie fino alla medaglia d’oro nel concorso di Piazza di Siena del 1957. Gli fu poi affidata la preparazione della squadra nazionale di equitazione per le Olimpiadi di Tokyo del 1964: in quella occasione l’Italia vinse, grazie al lavoro di M., l’oro di squadra e quello individuale nel concorso completo con Mauro Checcoli. M. fu giudice, presidente di giuria, tecnico in altri giochi olimpici (Città del Messico, Monaco di Baviera, Montreal, Mosca) e campionati mondiali ed europei fino alla preparazione delle Olimpiadi di Los Angeles del 1984. Morì a Udine nel 1986, dopo avere continuato ad allenare giovani e a insegnare loro la disciplina interiore che dovrebbe costituire la base dell’arte equestre“.
Perché sia che si parli di musica o di equitazione siamo sempre nel campo dell’arte, se possiamo contare su buoni maestri: come il marchese Mangilli, per l’appunto.