Bologna, 21 febbraio 2022 – E’ proprio vero che il genere umano è sempre lo stesso, nel bene e nel male.
E così come ripete spesso e volentieri gli stessi errori (banalmente, uno nemmeno tanto a caso: la guerra) sente ugualmente il fascino delle stesse cose belle, che non cambiano mai.
Come il fascino sottile di un legame fatto solo volontà comune, di intendersi senza bisogno di legami, o meglio legami fatti più di pensieri che di capezze, longhine o imboccature.
Così guardiamo questa foto, scattata tra la fine dell’800 e i primissimi anni del ‘900 dallo svizzero Eugène Cattin e ci riconosciamo in pieno.
Siamo esattamente così anche noi quando giochiamo con il nostro cavallo e vogliamo toccare con mano sorridendo la nostra intesa comune.
E ci piace che lo scatto colga esattamente quel momento in cui facciamo un cambio di direzione repentino, per far notare ancora meglio la rapidità con cui il cavallo vuole seguirci.
Da un singolo scatto riusciamo ad immaginare benissimo tutta la scena, perché sicuramente anche noi ci abbiamo provato tantissime volte, con risultati più o meno simili.
Anche un po’ per stupire chi ci guarda, certo: perché è bello da sempre quello che significa un ‘giochino’ del genere, in libertà.
E anche queste, in fondo, sono cose che non cambiano mai.
La fotografia è nelle collezioni degli Archives Cantonales Jurassiennes, Svizzera.