Grimaud (FRA)< 22 giugno 2020 – «Viene a vedere. È arrivato il cavallo». Doveva prendere il posto di Paco, un iberico dal colore improbabile ma con una criniera straordinaria. Era un bel baio, solido, massiccio. «Come si chiama»? «Questo è bel un punto di domanda…».
Eravamo verso la fine degli anni 80, e molti commercianti importavano a stock, con qualche sporadico documento… Non sempre si sapeva come si chiamasse davvero un cavallo.
«Ah, appunto… allora Question Mark, punto di domanda»…
È così che abbiamo trovato il nome al primo cavallo ‘serio’ di Andrea Colombo che arrivò all’Idea Verde capitanata dall’oggi vice-presidente Fise Alvaro Casati verso il quale il debito di vita per una stagione così bella delle nostre esistenze equestri non si esaurirà mai.
Immaginate quindi quale orgoglio può nascere al pensiero che proprio quell’Andrea, anche se non è diventato un cavaliere di grande successo come alcuni suoi compagni di scuderia del tempo, oggi calpesta campi internazionali con la modestia di sempre.
Nel primo palinsesto dopo il tremendo lockdown, all’Hubside Jumping Grimaud Golf de St. Tropez, i percorsi sono stati i suoi. Un gran modo per festeggiare il suo compleanno!
Negli anni, periodicamente c’è stato un refrain che ci ha accompagnato:
«Mi devi dare lezioni di inglese. Non posso andare in giro senza capire una parola»
Avremo cominciato e lasciato lì almeno una decina di volte, ma alla fine il desiderio di essere un course designer internazionale ha vinto sulla pigrizia nell’apprendere l’idioma.
Le collaborazioni con tanti direttori di campo, il metro sempre in tasca, la Cina, le chiamate all’estero, l’esperienza da David Broome (…«Mi sembrava di sentire Mike che raccontava…») e tante soddisfazioni fino a Saint-Tropez… Che bello. Quanta vita.
Ma quindi, ora la domanda sorge spontanea: oltre all’inglese, Colombo hai imparato bene bene anche il francese?
Compliments o se preferisci, chapeau!
di Liana Ayres