Il visto H-2B consente ai lavoratori immigrati di svolgere negli Usa, su base temporanea, lavori stagionali non agricoli nel campo dell’ospitalità, la cura del paesaggio o il lavoro con gli animali. Il tetto massimo annuale per i visti H-2B è stato raggiunto nel marzo del 2025, per i lavoratori da impiegare dal 1° aprile al 30 settembre.
Questa è la regola statunitense già in essere anche prima dell’arrivo di Trump. Quindi a prescindere dalla nuova amministrazione. Che tuttavia, in materia di immigrazione non lascia presagire ad alcun miglioramento. Anzi…
Da qui una riflessione che, anche se sembra rivolta a un mondo molto lontano, dall’altra parte dell’oceano, trova una certa rispondenza anche nel nostro paese.
Negli States, il mondo dell’ippica sta osservando con una certa apprensione le politiche trumpiane, specie sui flussi migratori provenienti dal Messico. I pluri-annunciati ‘giri di vite’ potrebbero impattare in maniera severa sul mondo del lavoro legato alle scuderie e ai cavalli. Dove una laboriosa moltitudine non propriamente di ceppo anglosassone presta da sempre la propria opera con grandissima competenza e serietà.
Secondo quanto dichiarato recentemente alla stampa statunitense da James O’Neill, direttore degli affari legislativi dell’American Business Immigration Coalition, sono molti anni che il tetto massimo annuale per i lavoratori stranieri nel comparto ippico viene raggiunto con regolarità. A indicare che il settore necessita stabilmente e in maniera strutturale l’apporto dei lavoratori stranieri.
Ora, secondo fonti vicine al governo Trump, questa ‘importazione calmierata’ di risorse umane potrebbe essere ridotta nel numero o perfino congelata. Esattamente come accadde in occasione del suo primo mandato.
Tanti addetti ai lavori sono fermamente dell’idea che la forza lavoro fornita dagli immigrati con il permesso regolare e altrettanto regolare contratto di lavoro sia assolutamente indispensabile. Così come, di contro, sono poco propensi a credere che queste figure di lavoratori altamente specializzati possano essere sostituite da manodopera interna. Ridurne il numero, per altro, significherebbe far lievitare il valore economico di ciascun lavoratore… Meno manodopera significa maggiore richiesta e quindi stipendi più alti per accaparrarsi i pochi che riusciranno a ‘entrare’ nel mercato occupazionale ippico.
Un’operazione lose-lose insomma. Che sarebbe davvero meglio cercare di non imitare.