Bologna, domenica 3 novembre 2024 – Lo sport di fronte alle grandi tragedie deve sapersi fermare: senza se e senza ma. In Spagna, nella splendida Valencia, le inondazioni hanno provocato la morte di oltre duecento persone, ci sono migliaia di dispersi e il governo ha dovuto inviare altri diecimila soldati per far fronte ad un’emergenza di dimensioni epocali. La popolazione sta vivendo ancora oggi una situazione di tremenda emergenza in cui tutte le forze della Comunità Valenciana e della Spagna sono impegnate a limitare la portata della tragedia.
In questo contesto sorprende e certamente indigna molti il fatto che si sia comunque disputato lo Csi a tre stelle parte del Moura Tour (sei settimane di appuntamenti internazionali), che si è concluso oggi con la vittoria in Gran Premio dello spagnolo Saenz. E’ vero che il concorso era in una sede lontana 15 chilometri dall’epicentro delle inondazioni e che i concorrenti hanno accettato di gareggiare senza ambulanze per non sottrarre forze ai soccorritori impegnati su ben altri e più importanti fronti. E’ vero che un concorso mette in moto una serie di impegni economici e organizzativi per cavalieri e organizzatori che difficilmente si può fermare. E’ vero tutto, ma ci sono delle priorità. E qui, a Valencia, la priorità di questi giorni si chiama sopravvivenza: per una città in lutto per quanto accaduto e tutta protesa a salvare il salvabile. E un evento di tale portata senza ambulanze desta parecchi interrogativi: è possibile per regolamento? E comunque con quali rischi per la sicurezza? Non a caso il Gran Premio conclusivo del campionato mondiale di MotoGP, previsto per domenica prossima a Valencia, è stato spostato a Barcellona.
I cavalieri si sono resi protagonisti di una sottoscrizione per aiutare le popolazioni colpite e questo fa loro onore. Ma per gli organizzatori quella di ieri non è stata una bella pagina: far disputare una gara, proclamare un vincitore, applaudire una prestazione mentre a pochi metri la stragrande maggioranza della popolazione piange vittime e trema per i dispersi. In Italia il calcio si è fermato a Bologna e la gara contro il Milan, nonostante le proteste della società lombarda, è stata rinviata, giustamente: a pochi metri le persone stavano ancora rimuovendo fango e detriti, la città era sotto choc. A Valencia la tragedia è stata di portata eccezionale. Non interrompere un concorso, nonostante tutte le motivazioni che sono state addotte, è stato inopportuno e poco sensibile. Lo sport non è sopra la società, ma una parte trainante e vitale che deve essere sempre di esempio nell’etica e nelle scelte. A prescindere.