Monterrey, 23 giugno 2021 – Il Messico ha una qualità dell’offerta culturale sorprendente, con un grande numero di ottimi musei dedicati alla conservazione della cultura locale, materiale e immateriale che sia.
Uno dei questi è il Museo de Historia Mexicana di Monterrey che, tra le altre iniziative, in questi giorni ospita la mostra fotografica Vaqueros de la Cruz del Diablo di Werner Segarra.
Il racconto documentato per immagini dei vaqueros della della Sierra Alta de Sonora segue il loro lavoro di ogni giorno, la vita nei suoi momenti più quotidiani.
E svela a chi non ne ha mai sentito parlare questi “cowboy” messicani, poco conosciuti anche dai loro stessi connazionali.
La loro dura vita sulle montagne, seguendo il bestiame come facevano due secoli fa, è qualcosa in bilico sull’orlo di una storia che cammina ad una velocità diversa da tutte le altre.
Perché questi uomini e queste donne vanno ancora al passo dei cavalli, dei muli e dei bovini che sono la loro unica ricchezza e anche il loro orgoglio.
Con un tocco di modernità, specialmente nell’abbigliamento, chiaramente derivato dai vicinissimi Stati Uniti: perché questa è una storia di confine e a metà tra due mondi non solo geografici.
E Segarra racconta le loro giornate con l’affetto di un amico, tutto da vedere il video del dietro le quinte di questo documentario.
Da notare che al Museo de Historia Mexicana, che è solo uno dei magnifici 3 Museos di Monterrey, ogni esposizione della sezione principale ha la sua versione contemporanea curata espressamente per il pubblico formato da ragazzi e bambini.
Werner Segarra è uno dei fotografi più famosi del Sud Ovest degli Stati Uniti; il suo lavoro è apparso in importanti pubblicazioni e riviste.
Ha vissuto la sua infanzia e adolescenza in diversi paesi che lo hanno aiutato a coltivare la sua sensibilità artistica e il rispetto per le culture autoctone.
Da adolescente è stato introdotto nel mondo dei cowboy del Nord del Messico come studente lavoratore, e crescendo ha cercato di condividere il suo amore e il rispetto per questa comunità attraverso la sua fotografia.
Qui un’altra bella storia messicana: quella di Maria Felix, la Doña.