Bologna, 22 luglio 2020 – A guardare questa fotografia sembra di sbirciare un momento privato di scambievole affetto, uno dei tanti che intercorrono tra le persone e i cavalli.
Perché i vecchi amici sanno parlarsi con poche parole, e dentro ad ogni cavallo che amiamo ritroviamo spesso il ricordo di altri che abbiamo conosciuto e non ci sono più.
Come pensiamo stia facendo questa signora, una delle ospiti dell’ospedale Sorelle della Carità Karel Boromejsky di Praga, in Repubblica Ceca, che partecipa ad un programma di touch therapy equestre.
Questa terapia riabilitativa migliora significativamente lo stato mentale dei pazienti grazie alle emozioni, alle esperienze e agli stimoli che il contatto con il cavallo garantisce ai pazienti: il Boromejsky è l’unica struttura del suo paese ad offrirla.
Il ricordo di un amico, di David Maria Turoldo
Penso che nessun’altra cosa ci conforti tanto,
quanto il ricordo di un amico,
la gioia della sua confidenza
o l’immenso sollievo di esserti tu confidato a lui
con assoluta tranquillità:
appunto perché amico.
Conforta il desiderio di rivederlo se lontano,
di evocarlo per sentirlo vicino,
quasi per udire la sua voce
e continuare colloqui mai finiti.
E ovviamente nessuno ha mai messo un limite al numero della gambe che può possedere un amico, o sentenziato che non debba avere criniera…