Bologna, dicembre 2015 – Come è noto (vedi notizia pubblicata qui ieri) il Tribunale dello Sport di Losanna ha preso in esame il ricorso presentato dalla federazione irlandese circa l’episodio accaduto in occasione dello scorso Campionato d’Europa di salto ostacoli di Aquisgrana e che ha visto suo malgrado protagonista il cavaliere irlandese Cian O’Connor. Cosa è accaduto quel giorno e perché gli irlandesi ricorrono? Il Campionato d’Europa di Aquisgrana era l’ultima occasione per poter agguantare la qualifica alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016 da parte di numerose squadre di salto ostacoli, tra le quali anche quella irlandese. Durante il secondo percorso di Cian O’Connor su Good Luck nella seconda prova della gara (quella valida per stabilire la classifica a squadre), e dopo che il cavaliere irlandese aveva chiuso a zero penalità il primo, è accaduto che un inserviente di campo si sia trovato proprio sul tracciato del galoppo di Good Luck mentre cavallo e cavaliere stavano per effettuare una curva verso destra per affrontare un imponente ostacolo largo. E su quell’ostacolo Good Luck ha commesso l’errore, il suo unico errore. Quelle quattro penalità hanno avuto alla fine il potere di estromettere l’Irlanda dalla partecipazione alle Olimpiadi di Rio de Janeiro a vantaggio della Spagna. Questi i fatti. Ma la questione non è affatto semplice e rischia di determinare un precedente ‘storico’, quanto meno per le questioni di salto ostacoli. Prima di tutto, cosa dice il regolamento al proposito? Dice che se per una qualunque ragione un concorrente ritiene che per cause indipendenti dalla sua volontà e da quella del suo cavallo vi sia un motivo che determina l’impedimento del suo percorso, ebbene lui debba arrestarsi sollevando un braccio per segnalare alla giuria la sua intenzione di non proseguire; la giuria arresterà lo scorrimento del cronometro, valuterà la situazione, poi una volta risolto l’impedimento segnalerà nuovamente al concorrente con il suono della campana la possibilità di riprendere il percorso e farà ripartire il cronometro nel punto in cui vi era stata l’interruzione. In nessun caso può essere la giuria a fermare il percorso in assenza del segnale del concorrente: il quale infatti potrebbe avere tutte le intenzioni di continuare il suo percorso valutando di poterlo fare, e anzi considerando peggiore l’eventualità di fermarsi rispetto a quella di proseguire. Un caso esemplare fece scuola diversi anni or sono a Piazza di Siena ancora una volta con un concorrente irlandese – Cameron Hanley – come protagonista durante la Coppa delle Nazioni: dopo solo alcuni salti un cane Jack Russell entrò in campo e a velocità impressionante si mise a inseguire Hanley lungo il suo percorso abbaiando a gran voce. Hanley però continuò senza minimamente far caso al cagnolino, e così pure il suo cavallo. A tre ostacoli dalla fine del percorso il cane, probabilmente estenuato, si fermò e uscì dal campo: e il cavallo di Hanley fece errore sull’ostacolo seguente. Qualche minuto più tardi il capo équipe irlandese – nell’occasione Tommy Wade – presentò la sua vibrata protesta alla giuria di terreno: la quale non poté fare altro che confermare quanto stabilito dal regolamento al proposito. Tornando a O’Connor. Ad Aquisgrana il cavaliere irlandese – pur considerando tutte le circostanze ovvie come la tensione e la concentrazione sulla gara – avrebbe avuto il tempo sufficiente per fermarsi e segnalare la giuria la sua intenzione di non continuare il percorso, di certo subito dopo l’incrocio con l’inserviente se non subito prima. O’Connor dopo l’incrocio ha invece proseguito il galoppo, ha girato a destra, ha messo il cavallo in dirittura verso l’ostacolo, è andato a saltare. Ora la domanda è: perché la federazione irlandese si è sentita così sicura delle proprie ragioni tanto da presentare un ricorso al Tribunale dello Sport mettendo in moto uno stuolo di legali e di consulenti? Evidentemente con la fiducia che la situazione possa essere ribaltata a proprio favore? E cosa succederà se così dovesse essere? Se per ipotesi il ricorso fosse accettato e l’Irlanda fosse ‘riclassificata’ nel Campionato d’Europa ottenendo così la qualifica olimpica, per ovvia conseguenza ne verrebbe esclusa la Spagna, dato che il numero delle nazioni qualificate è preciso e indifferibile. E non è certo da credere che in quel caso la Spagna se ne starà buona e tranquilla… E quindi? Come minimo si annuncia un caso determinante, in un senso o nell’altro, e non solo in funzione della presenza alle Olimpiadi. Se il Tribunale accetterà il ricorso irlandese, beh… come minimo si riscriverebbe la giurisprudenza specifica, oltre che il regolamento internazionale, e si aprirebbe una battaglia giuridica senza quartiere con la Spagna. Se il Tribunale respingerà il ricorso (come a noi, sprovveduti e ignoranti in materia specifica, sembrerebbe ovvio e naturale) beh… si sarà fatto semplicemente molto rumore per nulla.
18 dicembre 2015