Bologna, 2 gennaio 2020 – In Cina l’Esercito Italiano in generale, e il Centro Sportivo dei Carabinieri in particolare, hanno fatto bottino di medaglie: ne parliamo con il colonnello Gianni Massimo Cuneo, che ha il comando di quest’ultimo reparto.
“Sono andati bene questi campionati del Cism (Conseil International du Sport Militaire): il medagliere italiano è stato di 5 ori, 13 argenti e 12 bronzi” spiega il comandante Cuneo, “in particolare segnaliamo il titolo individuale del Carabiniere Emanuele Bianchi nel salto ostacoli, unica disciplina equestre della manifestazione e l’argento a squadre sempre nel jumping. La nostra era una compagine interforze, formata dall’Aeronautica rappresentata dal Primo Maresciallo Stefano Nogara, dall’Esercito che ha messo in campo il caporal maggiore capo Filippo Martini di Cigala per la Cavalleria e dal nostro Emanuele Bianchi”.
Come funzionano le prove equestri in questo tipo di campionati?
“Un po’ come nel pentathlon moderno: i cavalli vengono assegnati per sorteggio sul posto e sono messi a disposizione dal comitato organizzativo. E’ una formula che richiede un buon colpo d’occhio e anche un po’ di fortuna, gli chef d’équipe non possono operare scelte sull’assortimento dei binomi ma hanno la facoltà di sollevare eccezioni sui cavalli, dopo la visita veterinaria”.
Anche per scegliere i cavalieri bisognerà porre attenzione a caratteristiche particolari.
“Servono cavalieri molto duttili e che si adattino alla varietà degli imprevisti possibili”.
Colonnello, i vostri atleti sembrano sempre presenti agli appuntamenti che contano.
“Il nostro mandato istituzionale è dare la priorità alle discipline olimpiche e seguendo anche le indicazioni del Comitato Olimpico Nazionale Italiano curiamo che i nostri atleti siano quelli di interesse nazionale. In più nei nostri quadri figurano molti tecnici che lavorano anche nelle diverse federazioni: come Armin Zöggeler , direttore tecnico della nazionale di slittino e Valentina Turisini, sua omologa nel tiro a segno. Come loro molti altri tecnici della nostra compagine prestano opera trasversalmente a vari livelli, vedi Martin Karbon che è responsabile per la Coppa Europa di sci alpino. Quadri tecnici federali e gruppi militari sportivi in genere hanno una interazione molto stretta, un aspetto meno visibile rispetto a quello degli atleti in gara ma che le federazioni sanno benissimo essere una integrazione indispensabile: viene ribadito spesso anche dal Coni che senza i gruppi sportivi militari molti sportivi non potrebbero avere tranquillità nella vita quotidiana. Tanti di loro sono giovani che si devono ritagliare spazi anche per lo studio, avere il nostro sostegno permette loro una maggiore autonomia”.
IL CISM, OBIETTIVO: COSTRUIRE L’AMICIZIA ATTRAVERSO LO SPORT
Il Consiglio Internazionale dello Sport Militare (CISM) fu fondato il 18 febbraio 1948 con l’ambizioso obiettivo di stringere relazioni permanenti tra le Forze Armate di tutto il mondo nel campo dello sport e dell’educazione fisica. Il motto che venne scelto “Friendship through Sport” (amicizia attraverso lo sport) ne spiega infatti le finalità: quella di conferire alle Forze Armate, mediante lo sport, una rivalità esclusivamente agonistica. Il CISM è attualmente l’unica organizzazione multisportiva militare internazionale, cui aderiscono 127 Paesi e nella quale si riconoscono circa 40 milioni di persone, dell’Europa, delle Americhe, dell’Africa e dell’Asia. Come cita il suo Statuto, è un organismo apolitico e no-profit, veramente unico nel suo genere, dove lo sport militare è visto come un pilastro fondamentale dello sport internazionale e della pace universale e basato su principi di elevato valore etico e morale.
UN’EDIZIONE DA RICORDARE PER TUTTO IL TEAM ITALIANO
Un cospicuo numero di podi quello ottenuto dagli atleti italiani che in questi giorni hanno partecipato insieme a più di 10.000 atleti provenienti da oltre 100 Paesi alla VII edizione dei Giochi Mondiali Militari tenutasi a Wuhan (Cina) iniziata il 18 ottobre 2019.
Un risultato che al di là dei numeri fa comprendere quanto lo sport militare sia competitivo e continui a garantire al Coni atleti sempre più d’élite. Un movimento, quello degli atleti militari, che continua a stupire e già pensa alla prossima avventura olimpica.
Gli atleti sono stati i protagonisti della parata di chiusura dei giochi, a sottolineare come il vero spirito di questa manifestazione, oltre alla competizione sportiva, sia la sintesi di valori e sentimenti di vicinanza, amicizia tra gli atleti e solidarietà, sotto l’egida del motto “Amicizia attraverso lo Sport” coniato dal CISM.
Momento importante dell’evento è stato lo sfilamento delle delegazioni applaudito da oltre 50.000 spettatori orgogliosi di aver ospitato l’edizione dei record per quanto riguarda le nazioni e gli atleti partecipanti dei Campionati Mondiali Militari del CISM, come sottolineato dalle parole delle Autorità civili e militari presenti.
La cerimonia si è conclusa con il rituale dello spegnimento del braciere che sarà riacceso tra 4 anni.
A WUHAN C’ERA ANCHE IL GRUPPO SPORTIVO PARALIMPICO DELLA DIFESA: STELLETTE SPECIALI
Il Gruppo Sportivo Paralimpico Difesa è stato costituito il 22 dicembre 2014. Il suo distintivo richiama l’emblema dello Stato Maggiore della Difesa in versione tricolore e riporta il motto: “Per Aspera ad Astra” (attraverso le difficoltà, verso le stelle). Il gruppo sportivo è stato creato perché anche grazie allo sport si favorisce il recupero psico-fisico dei nostri militari che, operando in Patria o al di fuori dei confini nazionali, hanno contratto lesioni o malattie invalidanti e permanenti nell’adempimento del proprio dovere. Lo sport costituisce una preziosa opportunità per continuare a condurre uno stile di vita attivo e per favorire l’integrazione e lo spirito di corpo.
Questo progetto si prefigge di offrire un contributo determinante verso una nuova prospettiva di vita e una più compiuta riabilitazione sociale.
Per finire, vi riportiamo quello che ci disse qualche anno fa l’allora comandante del centro ippico militare dell’Accademia di Modena, colonnello Vittorio Varrà: “Quando vedo gli allievi alle prese con le difficoltà che possono dare i cavalli e la pratica dell’equitazione, mi faccio un’idea molto precisa del loro carattere e delle loro capacità nelle situazioni di stress”.