Bologna, sabato 13 giugno 2020 – La decisione di cancellare dal calendario agonistico del 2021 il Campionato d’Europa di salto ostacoli, completo, dressage e paradressage è stata ufficializzata dalla Fei lo scorso 8 maggio, ma nonostante ciò il mondo degli addetti ai lavori non ha ancora perso del tutto le speranze per un possibile ripensamento. Tale decisione (a nostro avviso del tutto inopportuna) è stata presa perché – secondo la Fei – la vicinanza di date con le Olimpiadi impedirebbe alle nazioni partecipanti la possibilità di schierare due squadre ugualmente competitive: i Giochi di Tokyo sono in calendario dal 23 luglio all’8 agosto più le Paralimpiadi dal 24 agosto al 5 settembre, il Campionato d’Europa di completo lo sarebbe stato dall’11 al 15 agosto, quello di salto, dressage, paradressage e volteggio dal 23 agosto al 5 settembre. Ma le nazioni europee qualificate alle Olimpiadi sono un numero infinitamente minore rispetto a quelle che invece parteciperebbero al Campionato d’Europa; e inoltre sarebbero più o meno tutte in grado di allestire una seconda squadra competitiva per l’appuntamento continentale: o eventualmente decidere di parteciparvi con una formazione di atleti emergenti per i quali un’esperienza del genere rappresenterebbe un formidabile momento di crescita. Teniamo inoltre conto del fatto che sulla possibilità che le Olimpiadi si disputino effettivamente continuano ad aleggiare dei dubbi… Se poi i Giochi dovessero essere cancellati, lo sport equestre si ritroverebbe definitivamente a zero: zero campionati internazionali nell’arco di due anni, il che vuol dire – vorrebbe dire… – mettere in ulteriore difficoltà un mondo che sta fronteggiando una crisi senza precedenti, e che per farlo con speranze di successo ha un disperato bisogno che il meccanismo agonistico venga alimentato e non depotenziato.
Nelle molteplici occasioni di dibattito su tale tema è chiaramente emerso che nella maggioranza dei casi gli addetti ai lavori sono dell’idea che la decisione della Fei sia stata prematura oltre che inopportuna e discutibile. L’International Jumping Riders Club (l’associazione che riunisce i cavalieri di salto ostacoli) nel comunicato diffuso ieri dice testualmente: “Non tutti concordano con la recente decisione della Fei (cioè l’annullamento del Campionato d’Europa, n.d.r.): un gran numero di cavalieri e di chef d’équipes sono dell’opinione che con più di un anno a disposizione prima della data della riunione continentale ci sarebbe stato tempo a sufficienza per studiare un piano alternativo”. Questa è l’opinione del mondo del salto ostacoli, ma molto probabilmente anche i cavalieri di completo e di dressage la vedono in egual maniera.
Quindi, cosa succederà adesso? A rigor di logica non vi dovrebbe essere spazio per alcun tipo di ripensamento: la Fei ha ufficializzato il tutto, quindi sarebbe poco… serio ritornare sui propri passi. Però è vero che se l’opinione della base dovesse essere fortemente contraria (come di fatto è) ed essere manifestata con forza, beh… cambiare idea sarebbe un segno di rispetto dell’opinione comune. Sempre che, naturalmente, i comitati organizzatori delle manifestazioni continentali siano ancora nella possibilità di ridare vita ai rispettivi progetti: ma anche in questo caso si potrebbe pensare a un’alternativa, per esempio ‘spacchettando’ il progetto di Budapest (sede di tutti i campionati a eccezione di quello di completo) e distribuendolo su varie località. In fondo, a pensarci bene, un Campionato d’Europa di salto ostacoli da un punto di vista organizzativo non è tanto più complesso di uno Csio a cinque stelle di grande prestigio…
Staremo a vedere. Rimane inequivocabile un fatto: decidere di annullare il Campionato d’Europa delle specialità fin qui citate è stato un atto che è andato contro lo sport. A maggior ragione nel momento di ripresa dalla pandemia del Covid-19.