Milano, 5 febbraio 2018 – Metti un paio di giornate passate a divertirsi con gli amici (e i loro cavalli) sulle primi pendici delle montagne dietro Roccabruna, piccolo comune (1584 anime, più o meno) della provincia di Cuneo.
I cavalli sono i Mérens e ci siamo divertiti ad attaccarli, ma anche a metterli a sella e fare una passeggiata fantastica tra gli alberi ancora addormentati del bosco, con una bella galoppata in dolcissima salita e tutto attorno le cime bianche di neve: i cavalli pronti, sereni, pieni di buona volontà e felici di farsi una bella uscita nell’aria frizzante.
Tornati a casa li finiamo di asciugare al passo che hanno tutto il loro bel pelo lungo da orsacchiotti, una coperta di pile li protegge finché non sono perfettamente asciutti e caldi per un paio d’ore nel box e poi via, liberi e puffosi nel loro paddock: ma prima un po’ di carote, che se le meritano tutte.
Le carote sono quelle buonissime di San Rocco Castagnaretta, a mezzogiorno le abbiamo gustate anche noi ripassate in padella con un pochino d’aglio…una delicatezza e gli amici ce ne danno una sporta intera prendendola dal sacco di scuderia, da portare a casa, sia per noi che per i cavalli.
Poi è ora di andare, torniamo verso Milano che abbiamo promesso di andare a vedere un giovanissimo amico che porta una baia di nostra conoscenza a saltare in Gran Premio: lui, il giovane cavaliere ha 14 anni e in vita sua ha fatto altri 3 GP, la cavalla di anni ne ha 13 ma di Gran Premi non ne ha fatti mai.
La cavalla è tranquilla, attenta, con quel ragazzino si trova proprio bene: entrano in campo, qualche errore di inesperienza da parte di tutti e due nei primi salti ma poi il percorso viene fuori bello, senza sforzi e senza fatica, la cavalla è pronta, serena, piena di buona volontà e felice di fare qualcosa insieme a quel ragazzino lì, che la capisce tanto bene.
Poi via, è ora di andare a casa e allora passo montato per un quarto d’ora col coprireni, poi doccia ai piedi e ancora al passo con la sua coperta di pile ma il suo pelo fine è tagliato corto e si asciuga in fretta, quindi su la coperta pesante e via verso la scuderia di casa.
Ma prima un po’ di carote, che se le è meritate: proprio le stesse carote dei Mérens, quelle che ci hanno dato i nostri amici: lei se le sbafa soddisfatta, esattamente allo stesso modo in cui se le erano sbafate i Mérens – con quel po’ di fretta golosa che hanno sempre i cavalli, tutti i cavalli, quando capita a tiro di denti qualcosa di particolarmente buono.
Che tutti i cavalli sono uguali, qualsiasi mestiere facciano per noi: e quando sono così sereni, attenti e pieni di buona volontà quasi non li distingui uno dall’altro, che siano Mérens o cavalli da Gran Premio che alla fine tra loro c’è solo una carota di separazione, altro che i sei gradi della Teoria del Mondo Piccolo.
No, aspettate, forse un modo per distinguerli c’è: dentro al Mérens sembra ci stiano decisamente più carote!