Bologna, 20 gennaio 2022 – Ogni tanto ci piace lasciarci affascinare dalla disciplina degli attacchi attacchi e dai suoi protagonisti.
Quegli occhi lì a Boyd Exell non devono averli dati per caso: azzurrissimi e taglienti, sembrano due lame di ghiaccio.
E a detta di chi lo conosce è davvero così: un iceman che nulla può disturbare o scomporre, nemmeno una gara andata male.
Perché comunque vadano le cose la volta successiva Boyd Exell sarà sempre lì, tra i primi, pronto a pretendere il meglio dai suoi cavalli ma anche a dare il meglio insieme a loro.
Nato 49 anni fa a Bega, una cittadina del Nuovo Galles del Sud che conta poco più di 4.000 abitanti, Boyd era un ragazzino scatenato e innamoratissimo dei cavalli: la passione per gli attacchi cominciò quando un insegnante gli presentò un conoscente che attaccava.
Sembra che la madre avesse incoraggiato il tutto per distoglierlo un po’ dalla fissazione per i cavalli: se così è stato, la cosa davvero non ha funzionato molto bene.
Perché Boyd e il fratello cominciarono a scorrazzare per i dintorni attaccati a cavalli troppo veloci e troppo difficili per loro, spaccando un sacco di timoni e tirelle e finimenti, finendo in sabbie mobili e guadi troppo profondi.
Niente li fermava: e a 16 anni Boyd vinse il Campionato australiano per pariglie.
Il suo profondo amore per i cavalli andava di pari passo con un fortissimo spirito di competizione: per questo a 21 anni si trasferì in Gran Bretagna dando l’assalto al Gotha delle redini lunghe.
E Boyd arrivò come una tempesta tra gli equipaggi british, tanto da divenire il tecnico della squadra inglese continuando però sempre a gareggiare per l’Australia.
Per dare un’idea delle sue vittorie: al momento è per la 5° volta il campione del mondo FEI di guida a quattro, e lo è stato 9 volte nella FEI World Cup Indoor Driving. Dal 2010 Exell ha partecipato a 153 gare nella specialità del tiro a quattro, e ne ha vinte 114; nel momento in cui scriviamo (settembre 2021) è al secondo posto del ranking mondiale ma era primo lo scorso maggio.
E sempre dal 2010 lo è stato, di volata davanti a tutti, per ben 57 mesi.
Per sua stessa ammissione, si pone costantemente l’obiettivo di essere sempre tra i migliori e di ottenere la migliore prestazione possibile dai suoi cavalli, che infatti spesso sono stati premiati dalla Fei come cavalli dell’anno per la disciplina.
Boyd dice spesso che dietro ai suoi successi, oltre all’implacabile attenzione per i dettagli e il forte spirito di competizione che lo porta a volersi continuamente migliorare, c’è il rapporto che riesce a instaurare con loro:
“Quando lavoro con i miei cavalli attraverso le redini sento se hanno fiducia in me, se si sentono rigidi o se sono in forma e quindi hanno voglia di mettersi in mostra”.
In una delle sue interviste Exell ha paragonato i tiri a quattro delle competizioni moderne alle corse delle quadrighe degli antichi Romani: “Un cavallo ha la forza di 10 uomini, e quattro cavalli lanciati al galoppo sviluppano una potenza davvero impressionante. A volte prima di salire a cassetta devo fare un respiro profondo e ricordarmi che sì, l’ho già fatto prima”.
Oggi Boyd Exell ha un centro nella capitale moderna dei cavalli da attacchi sportivi, l’Olanda: nei pressi di Valkenswaard ha creato una specie di paradiso per chi vuole migliorarsi nella guida alle redini lunghe.
Una struttura splendida, dove mette in pratica quelle che da sempre sono le sue direttrici: lavoro meticoloso, attenzione esasperata ai dettagli, capacità di impegnarsi senza risparmio.
Una curiosità: due dei cavalli più famosi di Exell sono KWPN provenienti dall’Italia, e più precisamente dalle scuderie di Francesco Aletti Montano.
Sono Carlos e Celviro, due morelli molto eleganti che Boyd attacca di volata.
Carlos ha movimenti così belli da essere esasperati, infatti è lo specialista nella prova di Dressage mentre Celviro fa anche quella di maratona e coni.
“Exell scherzando mi ha detto che lui probabilmente è innamorato di Carlos perché hanno lo stesso carattere”, ci racconta Aletti Montano.
E che carattere ha Carlos, chiediamo noi? “E’ un meraviglioso rompiscatole”, risponde lui ridendo.
Ma non si diventa i campioni dei campioni, se non si ha il carattere di…Carlos, ovviamente.