Prato, 29 luglio 2021 – Ci sono avventure che si ricordano per sempre nella vita.
E Matteo Orienti ricorderà sicuramente molto a lungo la trasferta con il suo Monterufolino in Ungheria, al CAI 2* dell’Állami Ménesgazdaság di Szilvásvárad, dove lo ha portato la ricerca della qualifica per il mondiale di attacchi.
“Ci siamo iscritti senza sapere un granché su questa” ci racconta Matteo, “solo che si trattava di un centro ippico molto importante dove ci sono anche i Lipizzani. Una trasferta molto lunga, 1300 km e lui, Montebello, quando è sceso non era nemmeno sudato, s’è fermato immobile a guardarsi intorno poi ha nitrito, gagliardo come se avesse fatto un’ora di viaggio”.
Cosa vuol dire un cavallo esperto…
“Lui ha 18 anni, ma questa è stata la prima gara internazionale per tutti e due: la prima volta che proviamo la ripresa per i secondi gradi prendere un punteggio di 57,8 % (pari a 67,49 punti negativi) è stato positivo. Per me più che sufficiente. Poi con un percorso così difficile: per la prova di maratona non c’era un ostacolo in piano, 8750 metri di percorso tutto in salita e discesa. Parlando con i più esperti mi dicevano “Mah, la finirai?”. Era veramente dura, l’unico attacco pony singolo iscritto: quindi ho detto cerchiamo di non fare brutte figure ma nemmeno di ucciderci, usiamo il cervello. Bene, non solo abbiamo finito nel tempo ma all’ostacolo nr. 7, laghetto col ponte in salita all’8% da fare due volte, lui tirava. E’ diventato simpatico a tutti, dalle tribune l’applaudivano a scena aperta: ma lui ha lasciato tutti a bocca aperta, perché non ha mollato mai. Poi magari c’è stata questa cosa che noi siamo un po’ espansivi e Montebello è entrato un po’ nel cuore di tutti. Uno steward ci ha detto che senza di noi sarebbe stato solo il solito evento, è bello vedere che Montebello riesce a farsi voler bene da tutti”.
Una bella pubblicità per gli altri cavallini di Monterufoli.
“Direi di sì, è la prima volta che un Monterufolino esce in un internazionale e lo fa proprio in Ungheria, la patria degli attacchi. È davvero un cavallino tosto. Eravamo soli nella nostra categoria, per cui aver vinto non è così significativo quanto aver fatto una buona impressione con una prestazione che ha meritato il giudizio positivo degli esperti”.
Programmi per i prossimi mesi?
“Un mesetto di riposo se lo merita, poi dal 16 al 22 avremo un’altra gara all’estero. Dobbiamo lavorare un po’ sul dressage, lui è sempre molto bravo ma sente il fatto di non essere a casa. Penso che questa emozione la ricorderà tutta anche Montebello, perché tutti facevano il tifo per lui”.
E ai cavalli piace pavoneggiarsi un po’, vero?
“Sì, ma hanno apprezzato anche tanto la sua serenità. Quando dopo la visita veterinaria mi sono messo con lui alla longhina in fila per il caffé a un chioschetto si sono stupiti tutti, mi chiedevano ‘Ma come, un pony così forte che sta così tranquillo in fila, in mezzo alla confusione?’. E dopo allora non ce n’è stato più per nessuno. E’ stato bellissimo: tra l’altro questa una avventura l’abbiamo potuta intraprendere proprio grazie al supporto di tanti amici di Montebello, come la cantina I Greppi di Bolgheri che ha creduto in noi sin dal primo momento e tanti, tanti altri che ci seguono con affetto a casa e in trasferta”.
Perché non si può non innamorarsi di un cavallino così bello e così tosto, così elegante e così forte.
E i Monterufolini sono così, tanto cuore e tanta testa: come Montebello, anzi….Montebellissimo!
Qui il live di Cavallo Magazine dedicato al Monterufolino