Lecce, 7 maggio 2018 – Luigi Mariano aveva 70 anni e tanta esperienza, tanta passione e tanta prudenza.
Allevatore da sempre, da sempre in mezzo ai suoi amatissimi cavalli delle Murge; aveva un’età che gli ha permesso di vedere coi propri occhi, nella sua terra che li ha ripudiati più faticosamente che il resto d’Italia, i cavalli quando erano compagni di lavoro.
E aveva imparato dai suoi vecchi e dalla sua stessa esperienza come ci si addestra l’un l’altro, uno indispensabile all’altro per campare la vita.
Due giorni fa a San Donato di Lecce, il 5 maggio 2018, stava addestrando un puledro ad essere attaccato: un’uscita in zona Lequile con il calessino per abituarlo alle novità, un amico prudentemente richiesto di controllare il giovinotto tenendolo a capezza che non si sa mai e lui seduto sulla domatrice, con le redini in mano.
Poi il passaggio vicini a una villa, tre cani che arrivano abbaiando furiosi, il puledro reagisce togliendo dalle mani dell’amico la longhina e scappando in avanti in un galoppo di paura. Luigi non riesce a fermarlo, il cavallo finisce in una scarpatina con il calesse e tutto: qualche anno fa probabilmente Luigi sarebbe saltato giù al volo e tutto si sarebbe risolto con un legno un po’ acciaccato.
Ma l’altro giorno non ce l’ha fatta e Luigi è morto così, a 70 anni, facendo una delle cose che ha amato per tutta la vita: stare coi suoi cavalli.
Era un un uomo per bene, che si faceva in quattro per gli amici come ci ha detto Matteo Quarta, un suo giovane allievo.
Mancherà il maestro di tanti che anche l’ultimo giorno della sua vita ci ha insegnato qualcosa: per quanto si sia prudenti c’è sempre un imprevisto non calcolato che si divora il margine di sicurezza che avevamo immaginato, non si esagera mai in prudenza con i cavalli.
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