Ancona, 10 ottobre 2019 – Nel 2018 nelle Marche sono stati attaccati dai lupi 21 tra cavalli e asini, 497 tra capre e pecore, 18 bovini: ma come proteggere capra e cavoli, o meglio bestiame e lupi?
Anche con la velocizzazione delle pratiche di rimborso agli allevatori che hanno visto il proprio bestiame attaccato, ha pensato la Regione.
Perché è doveroso aiutare gli allevatori che, se indennizzati in un tempo ragionevole, vedono probabilmente calare la loro esasperazione e quindi possono riuscire a sopportare un po’ meglio la frustrazione di vedere uccisi i propri animali.
Le nuove disposizioni della regione Marche sono entrate in vigore il 7 ottobre 2019: promettono procedure più rapide e indennizzi più alti per i danni causati da lupi, le domande di indennizzo potranno essere inviate direttamente in forma elettronica tramite la piattaforma Siar-Sistema informativo agricolo regionale, saltando così il passaggio per il Comune.
Il verbale di accertamento sarà poi trasmesso con posta certificata (Pec) dai veterinari dell’Area vasta competente.
Coperto il 100% della predazione, anziche’ l’80% come era previsto sino ad ora; previsto anche un rimborso dell”80% sulle spese necessaria per le cure veterinarie per gli animali feriti.
Ma per accedere a questi rimborsi gli allevatori dovranno dimostrare di aver ottemperato alle buone pratiche di prevenzione, cioè la recinzione dei ricoveri notturni degil animali e la presenza di cani da guardania anti-lupo: «Abbiamo semplificato le procedure per accelerare gli indennizzi» spiega la vicepresidente della Regione Marche, Anna Casini, che continua: «si tratta di un aiuto concreto agli allevatori in difficolta’ e una sburocratizzazione che la Regione cerca di attuare, come prassi amministrativa corrente, nei vari settori di competenza».
Per avere un’idea del problema: nel 2018 alla Regione Marche sono arrivate 110 richieste di risarcimento danni, 90 di queste riguardavano attacchi di lupi e 20 invece cani randagi, 27 di queste domande non sono state evase perché i verbali di accertamento dei veterinari rilevavano la mancanza delle misure di prevenzione sopra descritte.
Qui e qui due nostri articoli dei giorni scorsi sull’argomento