Trento, 22 settembre 2020 – L’avevamo sbirciata qualche giorno fa sul quotidiano giro di rassegna web, gioia e dolore di chi fa il nostro mestiere.
Ma la notizia che trattava simpaticamente di un agricoltore “beccato” con il suo cavallo mentre trasportava il suo bel carico di mele a destinazione era stata superata da altre per tornare alla ribalta della nostra attenzione oggi, a causa di una polemica.
Precisamente per via di un commento a teorica protezione degli animali, dove viene stigmatizzato il povero signore alle redini lunghe in primis, e poi chi aveva “osato” proporlo come esempio di trasporto ecologico nonché meritevole esempio di tradizione rinnovata.
Nel nostro piccolo e per quel che vale vogliamo rassicurare Fabrizio Brida, autore dell’articolo in questione su La voce del Trentino.
Perché sì, quello del signore di Cunevo col suo bel cavallino è un esempio vivente di quando è opportuno e ben fatto rispolverare i bei mezzi andati.
Sta portando le sue mele al suo consorzio di riferimento, che sarà sicuramente molto vicino al suo terreno.
Quale occasione migliore per tirare fuori cavallo e carretto, come certamente facevano suo padre e i suoi nonni?
E sicuramente sul fatto che il trasporto ippotrainato sia ecologico non c’è discussione.
Le fiante passeranno un po’ meno inosservate del CO2, ma perbacco sono piùccheperfette dal punto di vista della sostenibilità.
In quanto alla teorica sofferenza del cavallo in questione, vorremmo far notare che:
- Il cavallo indossa un finimento a collare, il migliore per lasciar sviluppare tutta la potenza dell’equino che lo indossa
- Il carretto, magari non elegantissimo ma di costruzione moderna, ha ruote con pneumatici montate su cuscinetti a sfera
- La strada è liscia, asfaltata, in piano
- Le mele sono una quantità risibile: non si tratta di “cassoni” ma di platò in legno di balsa con i frutti già separati e confezionati, pronti per la vendita
- Il cavallino sauro che è incaricato del traino è bello e ben curato, piedi in ordine e nessun segno di trascuratezza.
Da parte nostra vogliamo fare i complimenti al signore di Cunevo, involontario protagonista di una polemica basata sul nulla: perché sappiamo che è uscito dalla sua azienda pieno di orgoglio.
Perché sicuramente lui è giustamente orgoglioso di saper ancora attaccare un cavallo, e di saperlo ancora guidare.
Perché sa ancora curarlo come si deve e gli piace vederlo bello e in salute.
Per questo gli ha messo i finimenti da lavoro tradizionali, coi loro begli ottoni che fanno allegria a sentirli anche da lontano.
E gli ha ingrassato bene i piedi, che quando si esce anche per lavoro è bello essere in ordine ed eleganti.
A parere di chi scrive per voi chi in questo equipaggio vede qualcosa da criticare ha buon tempo da perdere, evidentemente.
E più familiarità con la polemica che non con le mele e i cavalli, ci sembra.