Roma, 26 settembre 2019 – L’ipotesi di bloccare gli incentivi al gasolio agricolo, che sembra essere una delle azioni considerate del decreto legge sul clima, sarebbe un ulteriore, grave colpo per agricoltori e allevatori italiani: con una rispondenza negativa immediata, ovviamente, anche su tutto il comparto della filiera equina.
Erica Mazzetti, deputata di Forza Italia nonché membro della commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pub afferma in una sua nota: “Le notizie uscite in questi giorni che vedono fra le scelte del Governo Conte l’eliminazione degli sgravi fiscali concessi al mondo agricolo per l’acquisto del gasolio agevolato, hanno fatto giustamente salire la protesta delle organizzazioni del settore quali Cia e Coldiretti”.
Continua Mazzetti: “Lo stop agli incentivi fiscali al gasolio attualmente unico carburante utilizzabile dai trattori, non puo’ che portare alla crisi un intero settore italiano. Ho l’impressione che il Ministro Costa non abbia chiara la situazione attuale, scelte come queste portano alla chiusura di molte attivita’ di agricoltori e allevatori. Il nostro Paese ed il tessuto produttivo hanno bisogno di aiuti e sostegni mirati non di un ennesimo aumento delle tasse”.
Torneremo davvero ai tempi del traino animale per i lavori agricoli, con cavalli, buoi ed altri equini e bovini assortiti a fare da forza motrice?
Per noi andrebbe anche bene, ci mancherebbe: ma allora il legislatore si deve mettere una mano sulla coscienza e decidere una volta per tutte se i cavalli si possono attaccare oppure no (vedi il problema ricorrente delle polemiche relative alle botticelle, che si porta sempre dietro un strascico negativo sul mondo degli attacchi), e se possano girare per strada oppure no (vedi altre polemiche infinite sui media da parte di cittadini che si lamentano per una fianta, con susseguente florilegio di proibizioni agli equini di percorrere le vie abitate da parte delle amministraizoni comunali di tutto lo Stivale).
Ma boutade a parte, l’agricoltura e gli agricoltori sono un baluardo del nostro patrimonio ambientale e naturale: il terreno su cui cresce l’enogastronomia italiana che così tanta ricchezza e turismo porta al nostro paese, gli unici che quotidianamente curano e proteggono l’assetto idrogelologico del territorio e impediscono che quanto non è (ancora) cementificato o asfaltato si tramuti in una sterile selva di rovi ed erbacce.
Senza contare l’ulteriore slittamento verso una sempre più massiccia importazione di cereali, frutta e altri prodotti agricoli da paesi esteri che così facendo diventerebbero ancora meno costosi per i borsellini italiani rispetto ai prodotti nostrani, ma sempre meno controllati e controllabili di quelli di produzione nazionale.
Non sarebbe meglio per tutto il Paese aiutare i nostri agricoltori a fare sempre meglio, piuttosto che soffocarli lentamente?…senza pensare solamente ai cavalli come scappa di fare a noi, ovviamente.
Fonte: agenzia Dire