Bologna, 21 ottobre 2023 – Ha suscitato molto interesse lo stage a cui gli istruttori della Lombardia hanno avuto la possibilità di partecipare. Voluto fortemente dal presidente Vittorio Orlandi e dal Consiglio di Fise Lombardia il Progetto “Sistema Insegnamento” si è dimostrato una carta vincente già dal primo incontro.
Dopo il doveroso discorso di apertura da parte del Presidente in cui ha rimarcato l’esigenza di lavorare per ottenere un’equitazione corretta, basata su aspetti importanti come il benessere del cavallo, il suo mantenimento fisico, sulla gestione dell’allievo, le norme di sicurezza, come fare a migliorare la tecnica e la posizione in sella, come perfezionare il lavoro sui cavalli e soprattutto imparare a trasmettere tutto questo agli allievi, si è passati alle prove pratiche.
Due i super Tecnici che sono stati scelti e che sono riusciti a calamitare l’attenzione di 30 istruttori presenti: Giorgio Nuti e Michele Betti.
«Lo scopo dell’iniziativa – ha spiegato il Cav. Vittorio Orlandi – è migliorare la professionalità degli Istruttori della Lombardia. L’intento è creare un Sistema Unico di Insegnamento che abbia uniformità di linguaggio, con un metodo per formare un gruppo di istruttori coeso e uniforme. Questo è uno stage per istruttori per insegnare ad insegnare».
«Quello che manca – dice Giorgio Nuti – è la conoscenza degli esercizi di base e del lavoro in piano. Quello che ci porta poi a perfezionare la tecnica sul salto in gara. Tedeschi e americani raccontano ancora oggi che l’Equitazione Moderna nasce in Italia e, se da un lato dobbiamo mantenere viva questa tradizione seguendo il Sistema e il Metodo che ci riconoscono, dall’altro non possiamo pretendere di rimanere ancorati all’equitazione di Caprilli. Dobbiamo evolverci anche noi e nel farlo è importante seguire un Unico Metodo. In Italia lavoriamo troppo poco in piano e ce ne accorgiamo quando andiamo a saltare. Per questo trovo importante questo stage con gli istruttori e penso sia fondamentale tracciare insieme a loro un solco da seguire poi tutti insieme. Non dobbiamo far altro che portare a conoscenza degli Istruttori le tecniche che conosciamo utilizzando un linguaggio semplice in modo che loro possano immediatamente recepire i concetti imparando nello stesso tempo a trasmetterli ai loro allievi. Ai ragazzi bisogna insegnare a tenere la posizione corretta, a montare bene, a capire il senso del galoppo, delle regolarità e il girare correttamente e stare composti in sella. In Italia abbiamo tantissimi istruttori ma con poca conoscenza tecnica. Ed è quella lacuna che ritroviamo poi nei ragazzi perché, alla fine, un istruttore insegna quello che sa».
«Questo voloto in Lombardia è un Progetto particolare – puntualizza Michele Betti – visto che pochi stage sono improntati in questa direzione e trovo che questo possa andare oltre l’aspetto psicologico e la mera Tecnica Equestre. Ovviamente l’istruttore deve sapere per poter insegnare e deve essere assolutamente padrone della disciplina, dei regolamenti, del come muoversi in campo, del benessere del cavallo e tutte queste cose che sono fondamentali. C’è l’insegnamento che va a toccare quelli che sono aspetti psicologici, propedeutici e pedagogici e nei miei interventi cerco di portare la mia esperienza. Io sono un istruttore e sono stato formato da super istruttori come il Colonnello Nava, il Marchese Mangilli… Devo confessare con onestà che c’è una parte della nostra professione che si acquisisce soltanto con l’esperienza. Noi dobbiamo raccogliere tantissime nozioni, farle nostre e metterle in pratica tutti i giorni con i nostri allievi o con i nostri cavalli. Questa cosa ha bisogno necessariamente di un periodo di sedimentazione di ragionamento e anche di sperimentazione. Questo vale per tutti i mestieri equestri. Secondo me è importante continuare a organizzare degli stage che siano di pura Tecnica equestre, oppure sui regolamenti rivolgendosi soprattutto a chi vuole insegnare. Confrontandosi con esperienze nuove si riduce il tempo che serve per diventare dei super istruttori. Uno Stage come questo serve per evitare a tutti questi giovani istruttori di dover impiegare dieci anni, quelli che sono serviti a me per raggiungere questo livello di preparazione».
«Io ho dovuto fare tanti errori, – continua Michele Betti – ho dovuto “rubare” guardando perché nessuno mi insegnava e nessuno ha mai pensato di organizzare incontri come questi. Io sono stato fortunato perché ero a Castellazzo e ho potuto vedere montare il Cav. Mancinelli, il Cav. Orlandi, Nelly Mancinelli e Giorgio Nuti. Passavo il mio tempo a guardare loro lavorare i cavalli, però se avessi avuto qualche stage mirato su determinati argomenti avrei risparmiato sicuramente del tempo. Dopo questa esperienza devo dire che sono veramente contento – conclude Michele Betti – prima di tutto perché ho trovato tantissima attenzione e una grande concentrazione. Ci sono state tante domande sensate il che vuol dire che gli istruttori partono già da un buon ragionamento e a me, a prescindere dalla parte equestre, piace molto perché vuol dire che sono curiosi e sono interessati a migliorarsi. Abbiamo davanti altri tre incontri e sarà con loro un lavoro progressivo. All’inizio, Giorgio ed io, abbiamo dovuto fissare dei punti di base fondamentali per conoscere i ragazzi. Essere istruttore richiede tanta dedizione ed è molto difficile essere contemporaneamente un ottimo istruttore e un cavaliere impegnato nelle gare grosse, montare tanti cavalli. Sono due cose che richiedono doti straordinarie per conciliare le due professioni e ottenere ottimi risultati in entrambi i campi».
Per i 30 istruttori della Lombardia che hanno partecipato al primo incontro l’appuntamento è per il 30 ottobre con la seconda fase dello Stage del Progetto “Sistema Insegnamento”.
Fonte: CRLombardia – ©PBiroldi