Bologna, 19 marzo 2017 – L’ultima volta che Katherine Lucheschi è stata fotografata nel ruolo di tecnico federale di completo risale al 2009: quando con la squadra italiana seniores si trovava sul podio del Campionato d’Europa per ricevere la medaglia d’argento. Fontainebleau 2009. Oggi la Fise ha voluto Katherine Ferguson Lucheschi nel ruolo di team manager per la classe seniores.
Signora Ferguson, come si predispone al ruolo?
«Ho sempre considerato la funzione di team manager come un servizio che la Fise offre ai cavalieri che desiderano mettersi a disposizione della stessa federazione, avendo acquisito le qualifiche in vista di campionati d’Europa, del mondo e Giochi Olimpici. Nel caso specifico tale funzione avviene con il supporto del direttore sportivo e coordinatore del completo Francesco Girardi».
In cosa consiste il servizio che il team manager offre ai cavalieri?
«Nel concordare con ogni singolo cavaliere il programma agonistico al fine di confermare la qualifica per il Campionato d’Europa e di programmare le gare di alto livello che permettono di scegliere i binomi più meritevoli per rappresentare l’Italia. Su richiesta dei cavalieri, fornire assistenza tecnica individuale in accordo con il loro istruttore o tecnico. Indire stages in Italia e all’estero con tecnici o cavalieri di grande esperienza».
Chi collabora con lei?
«Sono affiancata dal colonnello Giacomo Della Chiesa, cavaliere olimpico di grande esperienza. Ci possiamo scambiare il ruolo di chef d’équipe quando necessario. Per esempio, al Campionato d’Europa sarà indispensabile la presenza di entrambi per partecipare ai vari briefing e alle riunioni organizzative. Durante alcuni completi internazionali e paralimpici, per i quali da tempo avevo accettato di essere componente la giuria, il colonnello Della Chiesa assisterà i cavalieri italiani impegnati nella stessa data. Inoltre nel selezionare i binomi componenti le squadre ci si avvale del veterinario federale Marco Eleuteri che ci informa sulla condizione fisica dei cavalli che segue sia nella preparazione sia in determinate gare».
Sono passati otto anni dall’ultima medaglia vinta dall’Italia nel Campionato d’Europa seniores sotto la sua regia. Cosa è cambiato in lei e nel mondo del completo in questo ultimo periodo?
«Da parte mia ho approfondito l’evoluzione che il completo e il dressage hanno vissuto in questo decennio. Ho potuto farlo da un osservatorio privilegiato essendo stata membro di giuria in dodici campionati Fei, inclusi Paraequestri, e numerose gare internazionali in Europa, America Latina e Australia e partecipando ai corsi di aggiornamento riservati ai giudici internazionali. Queste esperienze mi hanno permesso di capire la tipologia di cavallo più adatto alla nuova formula di completo: bei movimenti, agile galoppatore, equilibrato e maneggevole per rimanere nei tempi, preciso sul salto; e anche il tipo di preparazione necessaria per affrontare le nuove riprese di dressage, senza sacrificare la personalità del cavallo che, il giorno dopo, viene impegnato nelle svariate combinazioni del cross country. Interessante l’evoluzione nella costruzione degli ostacoli di campagna che sono in continua trasformazione, anche con particolari meccanismi per migliorare la sicurezza. Sta di fatto che oggi come oggi le tre prove del completo sono tutte egualmente determinanti per il risultato finale. Per aspirare a una medaglia i cavalieri di squadra, che a Tokyo saranno solo tre, devono posizionarsi in dressage nell’area compresa fra 40 e 45 punti negativi, nel cross country finire il percorso netto con un tempo vicino a quello ideale, in relazione alle condizioni atmosferiche, in salto ostacoli non più di un errore. Non si possono più recuperare tante posizioni, come in passato, dopo un dressage scadente».
Che tipo di preparazione è richiesta per raggiungere questi obiettivi?
«È necessario confrontarsi con i cavalieri più forti nel circuito dei completi internazionali e curare molto il dressage. I completi più prestigiosi sono quelli in cui partecipano i migliori binomi d’ Europa, Australia, Nuova Zelanda e Nord America».
In Italia abbiamo dei buoni cavalieri ma scarseggiano cavalli di qualità.
«I cavalieri italiani che montano bene, e sono molti, devono mettersi in evidenza in completi importanti per richiamare l’attenzione di proprietari e sponsor che possano aiutarli nell’acquisire e formare giovani cavalli. Quelli che mostrano un potenziale olimpico, devono essere portati avanti con la corretta progressione agonistica per permettere loro di ottenere la qualifica olimpica in buone condizioni. Sono allo studio dei contributi federali finalizzati al raggiungimento di obiettivi prefissati. Questo richiede da parte dei cavalieri italiani talento, coraggio, intenso lavoro, determinazione, spirito di sacrificio e la disponibilità a risiedere per lunghi periodi fuori casa. Del resto molti cavalieri italiani di salto ostacoli sono riusciti con successo in questa impresa e in effetti anche alcuni cavalieri di completo».
Quali sono le prospettive in vista del prossimo Campionato d’Europa seniores in Polonia?
«È stato fatto l’inventario dei binomi con le loro prestazioni di gara aggiornate a tutto il 2016. I binomi già qualificati per l’europeo sono a tutt’oggi quattordici. Quelli vicini ad ottenere la qualifica sono venti. Con ogni singolo cavaliere viene concordato il programma di gare per dare la possibilità di valutare le prestazioni, continuamente aggiornate sulla scheda, e gli interventi tecnici per migliorare le varie fasi. Per i cavalieri che già dispongono di cavalli giovani con potenziale olimpico, viene suggerita la progressione agonistica in vista dell’obiettivo finale: la partecipazione ai Giochi Olimpici di Tokyo. Anche per i cavalli non più giovani ma di grande esperienza è stato concordato un impiego nei completi più prestigiosi per confrontarsi con i grandi cavalieri e mettersi in evidenza agli occhi di eventuali proprietari e sponsor. Per questo ci sono i quattro stelle, le Coppe delle Nazioni, e la nuova serie di “Event Masters” aperta ai binomi di alto punteggio nel ranking Fei, sulla falsariga del Global Tour di salto ostacoli. Ed infine, compito importante per il team manager è quello di rafforzare lo spirito di squadra mantenendo stretti rapporti con e fra i cavalieri e i loro tecnici, proprietari e sponsor».
La Fise quale assistenza intende offrire ai cavalieri di completo non di élite?
«I cavalieri che partecipano ai completi vengono divisi in due gruppi: seniores emergenti e amatori. Ai primi la Fise offre l’assistenza di Stefano Brecciaroli e ai secondi di Roberto Rotatori. Con loro potranno concordare il programma agonistico e l’assistenza tecnica per migliorare le loro prestazioni».