Ginevra, sabato 8 dicembre 2018 – Il cross indoor dello Csi a cinque stelle di Ginevra è una gara che appassiona sempre molto il pubblico. Comprensibile, del resto: si tratta di una prova molto spettacolare che i concorrenti affrontano e portano a termine con grande entusiasmo, un entusiasmo davvero contagioso. Il regolamento è semplice: si tratta di terminare il percorso avvicinandosi il più possibile al tempo ideale, venendo penalizzati per ogni secondo impiegato in eccesso o in difetto indifferentemente. Il terreno di gara comprende sia il campo principale sia il campo prova, uniti dal corridoio di collegamento che per l’occasione diventa un ‘pezzo’ di arena: ostacoli costruiti in modo da sembrare il più possibile naturali (pur se mobili), laghetto e talus (veri). Telecamere che seguono continuamente e costantemente il binomio in campo, rimandando le immagini sul grande schermo in diretta oltre che con ripetizioni rallentate e ravvicinate. Insomma: uno spettacolo.
Quest’anno l’evento è giunto alla sua quinta edizione, e ha presentato diciassette partecipanti tra i quali nomi del calibro del tedesco Michael Jung e del francese Sidney Dufresne. E della bravissima Rebecca Chiappero, unico concorrente azzurro presente. La nostra amazzone in sella a Quilando Z si è classificata al 10° posto terminando a 161.15, a fronte del tempo ideale di 150.00 e dunque penalizzata di 12 punti. Ma la sua prestazione è stata estremamente positiva sotto il profilo della gestione del percorso e dell’approccio agli ostacoli: grande apprezzamento nei suoi confronti da parte di un Palexpo stracolmo.
Questa non è la sua prima partecipazione al cross indoor di Ginevra…
«No, l’ho fatto anche nel 2016. L’anno scorso purtroppo sono mancata a causa di un piccolo infortunio del mio Quilando».
Cosa pensa di questo tipo di gara?
«Sicuramente è una cosa che non c’entra niente con un completo vero, però potrebbe essere un modo per dare al completo un po’ più di visibilità, per richiamare sul completo ‘vero’ un po’ più di attenzione: qui a Ginevra c’è sempre un pubblico enorme e lo spettacolo è notevole. Poi adesso sta prendendo abbastanza piede questo tipo di gara: la si fa a Stoccarda, a Parigi, a Bordeaux… ce ne sono diversi, quindi sembra un’idea che sta funzionando».
La preparazione a questo speciale tipo di gara è diversa rispetto al solito?
«No, poi il mio cavallo è adatto a tutto ciò perché è abbastanza agile e veloce e quindi funziona bene. Però so che ci sono cavalieri che fanno questa gara con cavalli magari anziani che hanno finito la carriera nei completi veri e che però in questo circuito così particolare possono ancora avere belle soddisfazioni».
Quali sono le difficoltà specifiche che si incontrano in un cross indoor?
«E’ un po’ diverso da quello che facciamo noi completisti. Intanto siamo al chiuso e in spazi decisamente più ridotti; poi bisogna galoppare molto di più: noi siamo abituati sì a galoppare, ma su distanze molto più lunghe. Qui invece è una via di mezzo tra un cross e un salto ostacoli, ci sono girate più strette, traiettorie più corte… Però è molto divertente: non solo per il pubblico, ma anche per noi».
C’è qualche ostacolo che presenta difficoltà particolari?
«Direi di no. Forse il laghetto: anche per cavalli che sono molto abituati a saltare in acqua. Può essere che trovare un ostacolo del genere in un contesto che non è quello naturale crei qualche problema. Qui nel warm up della mattina ho visto più di qualche cavallo avere qualche difficoltà. Ma anche il mio cavallo stesso, che non ha mai avuto alcun problema sull’acqua, nemmeno mai una minima esitazione: però si risolve tutto nella prova, poi in gara nessuno si ferma o manifesta qualche tipo di incertezza».
L’entità degli ostacoli? Dimensioni e misure?
«No, nessun problema. Qui siamo sul livello di un due stelle e questi sono tutti cavalli che come minimo hanno saltato nei tre stelle. Diciamo che è l’insieme delle cose che fa la differenza».
Probabilmente anche un pubblico di tali proporzioni addosso al campo non è usuale per voi…
«Eh sì, c’è anche questo da dire. Un pubblico che tra l’altro fa un tifo sfrenato… Noi cavalieri una volta che iniziamo il percorso non sentiamo più nulla, ma i cavalli invece possono essere un po’ distratti».
Pubblico che fa un tifo sfrenato, sì: e gli applausi per Rebecca Chiappero e il suo Quilando Z hanno davvero fatto vibrare il Palexpo…
LA CLASSIFICA DEL CROSS INDOOR