Comunicato ANSA
Roma, 3 settembre 2016 – «Perché tutto questo tempo di illazioni su no, sì e forse? Così facendo si sminuisce anche la credibilità delle nostre istituzioni sportive. Mentre questa opposizione, ignora i benefici per l’occupazione e l’impiantistica sportiva. La contrarietà è pretestuosa costituisce un eccesso di legittima difesa della politica del rigore».
È uno dei passaggi della lunga lettera che Mauro Checcoli, olimpionico dell‘equitazione a Tokyo ’64, oggi presidente del’Accademia olimpica nazionale italiana, ha scritto alla sindaca di Roma, Virginia Raggi, sulla candidatura della Capitale ai Giochi del 2024, appesa al parere del Campidoglio.
«La ragione di questa lettera aperta è aver letto che lei è per il no alla candidatura – scrive Checcholi -. Una notizia tuttora ancora ufficiosa. Questo no giunge dopo mesi dalla sua elezione, nonostante fosse palese che il Movimento che lei rappresenta avesse già manifestato contrarietà verso l’ipotesi di Roma 2024, affermando che Roma ha bisogno di interventi sull’ordinario e non di correre pericoli di speculazioni. Noi volontari e custodi della cultura olimpica, ci permettiamo d’insorgere, di fronte a una candidatura olimpica negata, perché abbiamo sempre dato alla Città e al Paese senza mai chiedere. Riteniamo, però, di meritare lealtà e onestà, e non certo di sentirci sospettatati che la candidatura olimpica possa fornire l’opportunità di lucrare sull’organizzazione dei Giochi. È una preoccupazione giusta, ma per questo è a disposizione l’Autorità Anticorruzione».
«La preghiamo di riflettere su quel no – conclude la lettera -. Una scelta punitiva e alimentata, forse, da ingombranti sospetti. Contro un ‘sì’ illuminato dalla certezza che lo sport possa contribuire a costruire una città migliore e nel rispetto della convivenza civile. Bandiere ideali che anche il suo Movimento politico innalza orgogliosamente. La invitiamo a far sua la raccomandazione di Luigi Einaudi che ammoniva: Conoscere per deliberare. E il nostro invito è conoscete l’impegno e i valori dello sport, prima di prendere decisioni solo propagandistiche, che lo sport non merita».