Bologna, 3 ottobre 2016 – L’editoriale di Cavallo Magazine 359, un’anteprima dei contenuti del giornale in distruzione su tutti il territorio nazionale in questi primi giorni di ottobre.
“Quando si parla di disabilità e sport ci si addentra per sentieri molto scivolosi e incerti. Cadere nel pietismo è un attimo…
E spesso lo si fa senza neppure rendersene conto, discriminando all’incontrario. Non c’è persona di sport che di fronte all’holding box di Royal Delight ai Giochi Paralimpici di Rio non abbia avuto un moto di patos, probabilmente assai diverso da quello che ha accompagnato la rivedibilità di Chablis. …In fondo deve fare solo passo… E che dire poi della decisione di escluderla definitivamente? No, non si fa! E invece sì. Si fa. O meglio, come ha scritto in facebook Luisa Balocco, grande donna di sport (nonché mamma di Lara Villata), può capitare. Ad atleti diversamente abili come a quelli normodotati. Prima si accetta questo concetto, prima si finirà di trattare i paralimpici come atleti da facilitare. Sono sportivi, vogliono competere e, con le loro diversità, sono agonisti che sono lì per mettersi in gioco, non per farsi compatire o farsi fare sconti. E come a tutti gli altri, anche a loro può ‘cascare la catena’. Già, se ti escludono prima di un’olimpiade non è che ti viene voglia di fare chissà quali progetti, né a breve né a lungo termine. E più è grande la sensibilità, più è grande l’emozione, più è grande l’aspettativa, maggiore diventa la delusione. Le belle parole possono scorrere a fiumi, animate dalle migliori intenzioni, ma l’animo dell’agonista segue delle logiche di risultato. Non solo di ‘partecipazione’. È così per tutti: diversamente abili e normodotati. Il nostro binomio di punta Sara Morganti/Royal Delight è stato fermato ma non mi sento di scrivere “la povera Sara Morganti”. Non lo merita. Sara Morganti è una donna di sport e di cavalli che si è sottoposta alle regole dello sport e dei cavalli. A torto o a ragione, una commissione ha deciso di fermare la sua partecipazione ai Giochi. Capita. Sara Morganti, umanamente delusa, arrabbiata, rimane comunque una sportiva con degli attributi così! È una che ha dovuto rinunciare, in un momento, al suo sogno di Rio, al suo obiettivo: nelle parole raccolte da Umberto Martuscelli e pubblicate in questo numero nello ‘speciale paralympics’ si evince tutta l’amarezza di questa circostanza.
Difficile chiederle adesso cosa succederà dopo. Ci si passi il doppio senso, Sara è un’atleta speciale ma pur sempre umana... Eppure ho una immagine negli occhi che mi fa sperare che presto rabbia e delusione possano trasformarsi in una nuova energia positiva. È l’immagine di Sara al Mugello, durante il ritiro prima di Rio. Nella fattispecie l’immagine dei suoi occhi il giorno in cui sono arrivati tutti i ‘corredi’ per gli atleti e i loro cavalli. Sembrava di avere di fronte una bambina accanto
all’albero la mattina di Natale… Mentre apriva il suo pacco gli occhi erano lucidi e le tremavano perfino le mani dall’emozione. Grande esperienza umana dal sapore di sport…”
Liana Ayres – Direttore Cavallo Magazine –