Milano, 11 settembre 2016 – Uno dei crismi necessari ad entrare nella storia di qualche sport è senza dubbio quello relativo ai risultati agonistici: ori ed allori sanciscono una superiorità oggettiva che solo pochi, talentuosissimi cavalieri possono concedersi il lusso di evitare (uno per tutti, Nuņo Oliveira).
Scorrere i palmarés di Olimpiadi e Mondiali è quindi un buon modo per fare un ripasso delle figure fondamentali nella equitazione moderna, e uno dei nomi che vogliamo mettere in evidenza è quello di Lis Hartel.
Era una amazzone danese nata nel 1921 e dedita al dressage: campionessa nazionale della specialità nel 1943 e nel 1944, venne colpita proprio nell’anno del suo secondo successo dalla poliomelite.
Lis era incinta della seconda figlia, sopravvisse alla fase acuta e diede alla luce la sua bambina (sana, fortunatamente) ma rimase quasi completamente paralizzata.
Con grandissima determinazione cominciò la riabilitazione e riprese l’uso di gran parte dei suoi muscoli, anche se non recuperò mai il controllo delle gambe dalle ginocchia in giù e braccia e mani erano solo parzialmente tornate alla normalità: non poteva montare o smontare da cavallo senza l’aiuto di un’altra persona, ma assieme alla sua Jubilee (una paciosa cavalla mezza PSI e mezza Oldenburg, che la sua famiglia aveva preso per le passeggiate del padre e della sua sorellina più piccola) formò un binomio capace di vincere la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Helsinki del 1952 nel dressage individuale e bissare nella edizione successiva a Stoccolma.
Jubilee non aveva niente della campionessa di dressage, ma era disponibile, tranquillissima e piena di buona volontà: si adattò benissimo al tipo di aiuti che poteva darle Lis (mani molto deboli, contatto soffice, niente gamba e praticamente solo il peso e l’inclinazione del busto a dirigere la cavalla) e migliorò moltissimo il suo aspetto grazie al lavoro metodico svolto in funzione del dressage.
Insieme a lei Lis fu la prima donna a battere gli uomini nella storia dell’equitazione (quella del 1952 fu la prima olimpiade dove nel dressage poterono competere anche i civili e e donne): e uno dei momenti più toccanti nella storia dello sport rimarrà certamente quello dove Henry Saint Cyr, lo svedese vincitore della medaglia d’oro, aiutò Lis a smontare di sella e la portò in braccio fino al podio dove saranno premiati insieme a André Jousseaume, medaglia di bronzo.
Da notare che nella stessa edizione Henry Chammartin arrivò 6°, Fritz Thiedemann 12° e Jean Saint-Fort Paillard 23°: tutti nomi sacri dietro Lis e Jubilee, che non sapevano proprio cosa vuol dire arrendersi davanti alle difficoltà.
Lis Hartel è morta a 87 anni nel 2009, senza mai smettere di stare in mezzo ai cavalli.
L‘origine dei Giochi Paralimpici dal sito Atleti Speciali