Sesana, 16 aprile 2019 – Da tempo tra gli addetti ai lavori che conoscono bene l’Equile di Lipizza, la culla storica dei cavalli Lipizzani, sollevano forti critiche sull’operato dell’attuale dirigenza: dalla direzione del centro affidata ad una persona ritenuta non competente in materia di scuola classica, al programma di lavoro che sembra privilegiare più le esibizioni in stile circense che una seria equitazione accademica.
Per non parlare della contaminazione rappresentata dai cavalli spagnoli inseriti nel programma degli show, visti con il fumo negli occhi dai puristi sloveni – e non solo: perché sembrano più una scorciatoia per soddisfare il palato di un pubblico facile in mancanza di soggetti indigeni addestrati a dovere che una citazione cultural/ippologica, come potrebbero essere in un contesto più preparato.
Forti dubbi anche sulla recente vendita di soggetti allevati nel centro, la pagina dell’annuncio della procedura di alienazione era molto poco visibile, per poi sparire del tutto in un batter d’occhio; 151 cavalli verranno comunque ceduti dall’Equile, di cui 95 regalati perché classificati come “senza valore” (…!!!…) e altri venduti senza asta a prezzi variabili dai 250 ai 6.000 Euro.
A preoccupare ancora di più è poi la gestione quotidiana dei grigi cavalli sloveni, come ci ha riferito Iztok Humar, istruttore internazionale di dressage di III livello Fei (e numero 0002 di licenza Fise) che ha lavorato per anni a Lipizza: recentemente 7 giovani maschi, castrati da pochissime settimane, sono stati messi insieme in un paddock di dimensioni ridotte con il risultato di causare una vera e propria rissa generale in cui molti dei castroni sono rimasti feriti, due in modo grave.
Un errore che i vecchi ed esperti uomini di cavalli che si sono succeduti nei secoli nel lavoro al prestigioso centro di allevamento non avrebbero mai commesso, ma tant’è: sic transit gloria mundi.