Bologna, 9 settembre 2019 – Le rivoluzioni equestri sono spesso partite da dove meno te lo aspetteresti: cioè dall’ambiente militare (vedi il nostro capitano Federigo Caprilli), conservatore e reazionario per antonomasia ma che proprio grazie alle necessità pratiche ha sempre richiesto capacità di modernizzarsi a chi volesse uscire vincitore dai campi di battaglia.
Regola confermata anche per gli USA, che sono debitori ad un cavaliere da noi quasi sconosciuto dell’alto livello tecnico raggiunto in breve tempo nel lavoro con i cavalli dell’esercito.
Stiamo parlando di Guy V. Henry Junior, un rigoroso ufficiale di carriera che portò il team americano a vincere la prima medaglia olimpica nel completo: la medaglia era di bronzo, l’anno il 1912, le Olimpiadi quelle di Stoccolma, Guy Henry fece da chef d’equipe e montò personalmente in gara, non solo nel completo ma anche in dressage e salto ostacoli.
Il maggiore generale Henry era laureato a West Point nel 1898, combatté nella guerra ispano-americana nel 1899 guadagnandosi una Stella d’Argento al merito, in quella delle Filippine ed in entrambi i conflitti mondiali: ma nei momenti di pace, pensava ai cavalli.
Aveva passato un periodo di applicazione a Saumur prima della guerra del ’15/’18, e portò nel suo paese i modi e le tecniche europee di addestramento (gli piaceva moltissimo Baucher) e con quelle sostituì la vecchia maniera cow-boy in uso nell’esercito di domare i cavalli, dura e sbrigativa; e oltre che all’equitazione propriamente detta contribuì anche alla formazione dei maniscalchi e veterinari dell’esercito.
Fu uno splendido comandante, oltre che l’unico americano a ricoprire il ruolo di presdiente della Fei: aveva avuto incarichi organizzativi importanti in dverse edizione delle Olimpiadi e contribuì a scrivere le regole del dressage moderno.
Il suo lavoro è sttao fondamentale per modernizzare l’equitazione militare americana: fece adottare filetto e briglia completa al posto delle vecchie imboccature che venivano chiamate “il morso del calzolaio”, i curb bits, riformò completamente il modo di trattare e montare i cavalli nell’esercito e da questo suo lavoro iniziò la penetrazione della tecnica europea nel grande mondo equestre statunitense.
Morì nel 1967 dopo aver combattuto 5 guerre, essersi guadagnato un sacco di medaglie sul campo e reso più felice la vita di migliaia e migliaia di cavalli.
In definitiva, fu lui a preparare il terreno per William Steinkraus e quelli che vennero dopo a fare grande l’equitazione USA: merita di essere ricordato, anche da noi.
Qui una scheda su Henry da YourDressage, organo della federazione statunitense di Dressage