Milano, 5 ottobre 2018 – Il 15 ottobre si terranno presso il Cosmohotel Palace di Cinisello Balsamo le elezioni del presidente e del consiglio della Federazione sport equestri in Lombardia, il cui comitato regionale è stato commissariato per due anni a causa delle note vicende. Ora i tesserati della regione più importante dell’equitazione -per numero di centri ippici, cavalieri, cavalli, attività e risorse- potranno scegliere di nuovo da chi farsi guidare nei prossimi due anni, ossia fino al termine del quadriennio olimpico. I candidati alla presidenza Fise in Lombardia sono tre, Vittorio Orlandi, Emilio Roncoroni e Gianluca Paracciani.
Poiché i tempi hanno consentito di pubblicare sul numero di ottobre di “Cavallo Magazine”, in edicola questo mese, solo l’intervista con l’avvocato Paracciani (quando siamo andati in stampa ancora non si conoscevano ufficialmente programmi e liste di candidati consiglieri di Orlandi e Roncoroni) utilizziamo il Web per dare voce anche agli altri due candidati, nella piena osservanza della par-condicio.
Vittorio Orlandi non avrebbe bisogno di presentazioni, trattandosi di uno dei personaggi più noti dell’equitazione italiana anche in campo internazionale. Classe 1938, imprenditore tessile di Gallarate, Varese, è stato per anni compagno di squadra del leggendario Graziano Mancinelli e dei mitici fratelli Piero e Raimondo D’Inzeo. All’Olimpiade di Monaco ’72 vinse la medaglia di bronzo a squadre. Fondatore del Pony Club Fiorello, dal nome di un suo famoso cavallo, iniziò a diffondere in Italia l’impiego dei pony per i cavalieri in erba. Orlandi fu anche il fondatore della celebre Scuderia della Capinera a Casorate Sempione, Varese, e come dirigente sportivo è stato consigliere federale, c.t. azzurro, nonché presidente della Fise per un biennio, venendo poi battuto al tentativo rielezione dall’attuale presidente federale in carica, avv. Marco Di Paola. ora è il corsa per il vertice Fise in Lombardia.
-Come intende gestire il comitato regionale Fise in Lombardia se sarà eletto?
«Le problematiche principali riguardano la fiscalità e i trasporti dei cavalli. La prima riferita alle Società sportive, e il mio progetto comprende anche la definizione delle retribuzioni dei loro dipendenti, sulla base del modello CAF. Per il trasporto dei cavalli bisogna invece stabilire una efficace normativa chiara per tutti, perché le difficoltà nei movimenti -soprattutto per le trasferte agonistiche- rischiano di limitare fortemente l’incremento dei concorrenti alle manifestazioni. Ma è un problema che riguarda anche chi pratica il turismo equestre. Riassumendo: fisco e trasporti sono temi di primari importanza del mio programma».
-La Lombardia ha sempre avuto una vasta “base” di praticanti, quali iniziative nei suoi confronti ?
«Ne parla l’articolo 44 dello statuto federale: si tratta della politica a sostegno di centri ippici e loro tesserati. Il mio programma prevede un supporto ai centri ippici in modo da migliorarne qualità e accelerarne lo sviluppo. Servirà un contatto continuo, perciò organizzerò ogni due mesi degli incontri nelle provincie – tramite i delegati federali – che ne riporteranno le istanze. Grande attenzione dedicherò agli istruttori per la loro crescita tecnica e professionale, secondo un programma che sarà gratuito e in assoluta libertà di scelta. Per le giovani promesse intendo programmare stages e approfondimenti. Infine dovremo diffondere “cultura equestre ” e informazione puntuale tramite i media: penso che dovremmo programmare meglio la comunicazione attarverso giornali e social, e anche organizzare convegni su temi di interesse».
–La Fise in Lombardia ha sempre rivolto grande attenzione ai giovani, qual’è il suo programma ?
«E’ importante stabilire un dialogo con i genitori dei giovani praticanti l’equitazione, affinché comprendano a fondo il loro ruolo in modo da aiutare i propri figlioli. Al contempo sul piano tecnico bisognerà creare più omogeneità di insegnamento, quindi serve definire un metodo di insegnamento coerente a questo. Non va poi dimenticata la sicurezza nella pratica delle attività equestri, sia nei centri ippici durante le normali attività, sia nelle trasferte durante le gare. Infine, ma non da ultimi, i giovani talenti: intendo mettere a loro disposizione un “supertecnico” che badi alla loro crescita sportiva. Non dimentico i centri di riabilitazione equestre, che legano il nostro sport al sociale, importantissimo rilanciarli».
-Lo spazio ci impone una estrema sintesi: quali altre priorità se verrà eletto?
«La creazione di un consorzio per sostenere i centri ippici nell’acquisto del materiale d’uso, e una grande promozione del nostro sport presso le scuole: il mezzo televisivo per raggiungere migliaia di ragazzi è certo il più appropriato, ma è necessario mettere in campo uno strumento nuovo, in grado di operare su vasta scala. Così penso a un rapporto di scambio-merci con agenzie di pubblicità, che avranno la possibilità di vendere i pacchetti delle lezioni nei maneggi, in cambio dell’impegno a promuove e pubblicizzare in tv l’equitazione».
-Come vede la futura Lombardia equestre presieduta da lei stesso ?
«In due parole il mio sogno è che lo sport equestre in Lombardia torni a fasti di quando eravamo i primi in Italia e nel mondo».
Elenco dei candidati consiglieri
Milena Ambrosetti, Francesco Bussu, Massimo Nova, Marco Petrelli, Marina Scolari, Giulio Panzeri, Diego Vanoli, Alessandro Colombo (rappresentante dei cavalieri), Massimo Cesaretto (Rappresentante dei tecnici).
Emilio Roncoroni, comasco, ha 74 anni ed è imprenditore nella vita di tutti i giorni. Nel mondo dell’equitazione invece è notissimo come giudice di salto ostacoli a livello internazionale da quasi trent’anni, nonché presidente di giuria: l’ultima volta che lo abbiamo visto in questo ruolo è stata al al Csi di Bagnaia il mese scorso. Roncoroni è anche figura di riferimento del comitato regionale Fise, essendo stato rieletto consigliere per sei quadriennii, negli ultimi due dei quali ha ricoperto anche la carica di vicepresidente.
-Dopo tanti anni da consigliere se sarà eletto resterà in carica solo due anni…
«In effetti 20 mesi circa (la fine del quadriennio olimpico e del mandato federale è il 2020, ndr) sono davvero pochi e quindi si tratterà di essere essere estremamente concreto, pratico. La Lombardia è la regione-pilota nello sport equestre nazionale e vorrei che rimanesse tale. Con oltre 300 centri ippici e 40 mila tesserati è il miglior laboratorio per formulare e sperimentare iniziative nuove per gli sport equestri».
-Dato il breve periodo, quale sarà la sua politica federale ?
«Come è noto è mia intenzione proseguire nel lavoro impostato dal commissari che hanno retto il comitato regionale negli ultimi due anni, in sintonia con la dirigenza federale nazionale, retta dal presidente Marco Di Paola, nella quale mi riconosco. Il mio intento, in definitiva, è quello di portare a termine con onore, come presidente del comitato regionale della mia regione, il lavoro che tanti lombardi mi hanno affidato come consigliere e vicepresidente».
-Che tipo di lavoro intende ?
«Il sottoscritto e la sua “squadra” si candidano per rendere un servizio ai tesserati lombardi, non per gestire il potere. Gli addetti ai lavori, ossia cavalieri, tecnici, presidenti di centri ippici eccetera, sono i nostri interlocutori principali: generano risorse per la Federazione ed è compito del presidente e dei consiglieri regionali reinvestire tali risorse a supporto e sviluppo del nostro sport. In poche parole il comitato lombardo Fise deve essere al servizio dei tesserati per aiutarli a svolgere meglio il proprio lavoro».
-Potrebbe citare alcune iniziative che ha in mente, per esemplificare ?
«Sarà nostro compito fornire risposte pratiche e veloci agli interlocutori, snellire la burocrazia, usare meglio Internet per comunicare meglio. Oggi è ancora necessario recarsi fisicamente negli uffici del comitato per un passaporto Fei o un’iscrizione all’anagrafe equina, impensabile nell’era del Web. Quindi dobbiamo ridurre la burocrazia, il che vuol dire anche riduzione dei costi: risparmiando sulle spese generali, anche grazie a un uso migliore di Internet, potremo aumentare le risorse da investire nello sport. Che in definitiva è l’obiettivo primario di una Federazione. Il Comitato produce notevoli entrate grazie ai centri ippici e al lavoro degli istruttori, i dirigenti hanno il dovere di amministrare oculatamente le risorse per reinvestire il più possibile nello sport, nei centri, nel loro sviluppo».
-A chi chiede un ricambio anche generazionale cosa risponde, lei che è un veterano ?”.
«Rispondo che sono i veterani come me a poter mettere a disposizione l’esperienza: la considero una cosa importantissima, un punto di riferimento. A mia volta credo nel ricambio, anche se non sono un novellino: il turnover produce stimoli, idee ed energie nuove, cosa che la nostra Federazione sta facendo. Ma conta lo spirito e il cervello più che l’età anagrafica. L’insegnamento che deriva dall’attuale politica Fise è che a vincere è il gioco di squadra, non il singolo. Per questo mi impegno a coinvolgere nel Consiglio persone che non hanno ancora fatto politica federale: in questo biennio intendo effettuarne la formazione, in modo che poi possano correre da soli per i successivi quattro anni. E lei mi insegna che per formare una nuova classe di dirigenti sportivi in una regione pilota-come la Lombardia serve gente motivata e coraggiosa, con nuove idee e nuovi schemi. Io per esperienza so quanto valgano e sono pronto a recepirli».
Di seguito l’elenco dei consiglieri indicati da Emilio Roncoroni: Silvano Sponghini, Adelio Malusardi, Luigi Fusetti, Donato Foresta, Laura Quaglia, Maurizio Vetrugno, Ferdinando Acerbi, Marco Tassoni(rappresentante dei tecnici), Alberto Coppari (rappresentante dei cavalieri), Andrea Giannelli (rappresentante dei proprietari di cavalli)